Galaga è un seguito perfetto: non c'è nulla in esso che possa farvi rimpiangere Galaxian, causandone il conseguente oscuramento. Pur non sprigionando un potere innovativo tale da bissarne il successo nelle sale, Galaga rimane straordinariamente divertente e tecnicamente appagante. Partiamo da quest'ultimo punto: il campo stellare in movimento, la grafica multicolorata e tutte le altre chicche grafiche sono state logicamente mantenute in questo secondo episodio che, inoltre, si è arricchito di un numero ancora maggiore di sprites sullo schermo. L'estetica di Galaga è davvero attraente ed ogni elemento è raffigurato con tonalità accese, stimolanti ed oltre alle gradevoli doti cromatiche ci si può godere anche un design ispirato: le navi nemiche si rifanno ad insetti conferendo una grande personalità al prodotto. Uno dei punti peculiari di Galaga sono proprio i nostri avversari con le loro innumerevoli tipologie di attacco. Le partite inizieranno con calma, con i soliti sciami di nemici che vanno a prendere posto nella parte superiore del video per iniziare pian piano a planarci addosso. La diversità delle entrate, ovvero dei movimenti precalcolati effettuati all'inizio della partita, è notevole e faremmo bene ad effettuare un buon lavoro di memorizzazione per anticipare i mezzi della CPU e non ritrovarci con lo schermo pieno di nemici. Dopo il quarto stage, l'avversario più semplice, ovvero quello a forma di ape, comincerà ad acquisire il potere di metamorfosare e moltiplicarsi, creando formazioni d'assalto di più unità. Se la nostra intenzione è quella di fare molti punti piuttosto che avanzare nei livelli, l'attendere questo evento può rivelarsi una tattica utile dato che il nemico trasformato sarà ben più generoso per il nostro punteggio, ma non ne va sottovalutata la pericolosità acquisita.
Seppure simile a Galaxian, ci sono alcune introduzioni importanti nel gameplay: quella più evidente riguarda un tipo di nave nemica, quella a forma di uccello, che va colpita due volte per essere abbattuta. Tuttavia, la sua peculiarità è quella di appropinquarsi a noi ed attaccarci con un raggio traente. Si tratta di un attacco lento e prevedibile, volutamente tale per permettere al giocatore di sacrificare la propria nave. Perchè? Perchè una volta che essa sarà catturata, noi perderemo come di consueto una vita, ma quella stessa nave persisterà sullo schermo agli ordini del nemico che ce la rivolterà contro. Ma se saremo in gamba, riuscendo ad abbattere gli avversari senza danneggiarla potremo recuperarla unendola a quella in uso e dotandoci, quindi, di una doppia potenza di fuoco. Questa innovazione apre tutta una nuova serie di possibilità ludiche e starà alla nostra discrezione approfittarne o meno. Va considerato che se questa opzione va ad aumentare del doppio la nostra potenza di fuoco, va a raddoppiare anche le nostre dimensioni e, in un gioco come questo dove ci si destreggia finemente tra un colpo e un altro, può essere uno svantaggio letale.
Oltre a questa novità rispetto a Galaxian, esiste persino una innovazione in senso generale, una feature per la prima volta inserita nei videogiochi: il livello bonus. Di tanto in tanto, ci sarà concesso di accedere a queste zone particolari dove non sarà possibilile morire, utili essenzialmente ad arricchire il nostro bottino, magari portandoci al punteggio necessario per guadagnarci le tanto agognate vite extra. Si tratta di un concetto perfettamente assimilato dal mondo dei videogiochi ed il merito è tutto di Galaga.
Per quanto riguarda la giocabilità in senso stretto, ho gradito la riduzione della difficoltà che consente partite dalla durata generosa. Se questo cambiamento ammicca alle richieste del videogiocatore novizio, potrebbe d’altro canto stizzire il veterano di Galaxian ma, ritornando al discorso iniziale sulla maggiore diffusione di Galaga sul mercato domestico, ha certamente favorito la godibilità del titolo in salotto. Poi rimangono i controlli, perfetti come nel 1979, a supportare i collaudati e divertenti schemi di gioco.
Un grandissimo gioco, a mio parere il più divertente del 1981.
Altre versioni
Grande fortuna per Galaga nelle case dei videogiocatori. In occidente è arrivato in vesti ufficiali per Atari 7800, MSX, NES e Gameboy ma si è assistito anche ad una proliferazioni di cloni per computer ad 8-bit decisamente curati come Zalaga, Zalagan o Galagon. In Giappone è stato convertito anche per sistemi esclusivi di quel territorio ma apprezzati dai collezionisti nostrani come Fujitsu FM-7, PC 9801 e la prima console Sega, l’SG-1000. Possiamo ritrovare Galaga anche nelle celebri Namco Collection su PSX, PS2, Dreamcast, Nintendo 64 e PSP.
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