Frogger è originalità estrema ed è impossibile inserirlo in una precisa categoria. Lo potremmo definire un gioco d'azione con visuale dall'alto, ma spingersi in qualcosa di più definito diventa oggettivamente arduo. Il gioco verte sulla necessità di raggiungere la parte più alta del video, dove potremo individuare una sorta di nicchie nelle quali rifugiarci per completare il nostro obiettivo: tornare in quella che è la nostra casa. Le nicchie sono cinque e per completare il livello dovremo riempirle tutte con altrettante diverse rane. Già, perchè a differenza di quello che in molti credono, la protagonista del gioco non è unica, come nei seguiti per le console moderne, ma ne arriva una diversa ad ogni morte e ad ogni nascondiglio raggiunto.
La struttura dei vari livelli, quindi, può essere suddivisa in fasce: in quella più in fondo ci siamo noi, sul bordo in un marciapiede, in una zona franca dove niente potrà danneggiarci. Dallo strato immediatamente superiore inizia la carreggiata: potremo trovarvi una buona varietà di veicoli, differenti non solo nel disegno ma anche nella velocità e nella direzione, parametri fondamentali per scegliere correttamente il percorso da battere. La cinetica e la dinamica richiedono altrettanta attenzione anche nello strato acquatico dove la velocità dei tronchi può variare molto così come la loro lunghezza. Essi, ad ogni modo, sono stabili, nel senso che una volta montatici sopra dovremo solo badare al prossimo salto e a non finire oltre il bordo dello schermo. Il vero pericolo, invece, sono alcune tartarughine che se da un lato possono farci molto comodo come piattaforma, dall'altro possono essere deleterie in quanto ve n'è un particolare tipo che si immerge periodicamente in acqua, facendoci perdere una preziosa vita. Le rane di Frogger, non si sa perchè, non sono anfibie, oltre ad essere grandi quanto una macchina... ma questo è un altro discorso.
Ci sono, naturalmente, anche altri pericoli lungo la nostra via: abbiamo ricordato che il passo finale verso la vittoria è finire nel nascondiglio, ma bisogna fare attenzione a centrarlo per bene, a non andare in uno già occupato e a non cozzare con le pareti che lo delimitano. Nel prosieguo del gioco ci saranno ostacoli aggiuntivi, come i coccodrilli che si posizioneranno lungo la linea dei tronchi, fungendo sia da piattaforma che da carnefice nel caso dovessimo atterrare proprio sopra i loro aguzzi dentini. Possono inoltre mimetizzarsi in prossimità dei nostri nascondigli, uscendo allo scoperto all'improvviso, magari un attimo prima del nostro arrivo. Una volta riempite tutte le nicchie, la storia ricomincia, questa volta con auto più veloci, tronchi meno prevedibili, più fauna nemica e via di questo passo.
Nonostante l'unicità e l'innovatività dei propri schemi, Frogger funziona alla grandissima: le meccaniche sono semplici, intuitive e cosparse di freschezza. La nostra missione sembra facile e, in effetti, lo è nei primi minuti di gioco, ma di lì a poco si verrà travolti nel perverso turbine di trabocchetti che ci spingerà a consumare un credit dopo l'altro senza che nemmeno ci passi per la testa l'idea di smettere. Sullo schermo tutto si muove lentamente, seducendoci con false promesse di facilità e punendoci con le numerose variabili di cui tenere conto. La longevità di Frogger nelle sale è quasi leggendaria: a volte ha resistito per decine di anni e l'amore del pubblico verso questo gioco è letteralmente riesploso alla fine degli anni Novanta con riproposizioni e seguiti che non accennano tutt'ora ad abbandonarci.
Per il neofita, Frogger è un passo necessario per la conoscenza del videogame, per la comprensione del potenziale creativo di quest'ultimo sin dai primi anni della sua vita. Per tutti gli altri si tratta di un fantastico passatempo, un vortice punitivo ma giocabile che non mancherà di stuzzicare l'orgoglio di ogni hardcore gamer.
Altre versioni
Frogger è stato convertito per ogni cosa, anzi di più. Già, perchè quando la Parker Brothers pagò fior di quattrini per accaparrarsi i diritti per i porting sulle cartucce per console e computer, si dimenticò di fare lo stesso con le licenze per dischi e cassette che furono acquistate dalla Sierra. Ci si trova, quindi, di fronte ad una inverosimile situazione che presenta, talvolta, due versioni distinte dello stesso gioco per la stessa macchina, con l'ago della qualità che pende sempre dal lato della Sierra. Si tratta di una conversione più ardua di quanto sembri a causa dei tanti sprites sullo schermo, spesso anche ingombranti, e non è raro assistere a fastidiosi fenomeni di flickerio, molto accentuati sul VCS.
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