Berzerk è semplice e difficile, estremamente difficile. Nonostante i movimenti abbastanza rapidi del nostro personaggio e quelli molto lenti dei robot, verremo duramente provati dalla difficoltà nel prendere la mira nelle diagonali e dalla velocità dei raggi laser nemici, senza contare l’incalzante inseguimento da parte dell’Evil Otto. Forse è proprio la sua impietosa schematicità a trasformarlo in un gioco perfettamente riuscito e qualsiasi altra aggiunta avrebbe tolto armonia alla sua perversa alchimia. Lo stesso reparto tecnico è fonte di vanto, non soltanto per la già elogiata essenzialità grafica ma per l’avveniristico supporto sonoro di cui era dotato: affianco al classico repertorio di laserate ed esplosioni, il fiore all’occhiello di Berzerk si esplicava in una convincentissima implementazione del parlato digitale, vario e nitidissimo. Se pensiamo a quanto poco sia stato utilizzato fino agli albori degli anni Novanta, possiamo comprendere quale dispendio di risorse tecnologiche la Stern fosse disposta ad affrontare ed a quanto ritenesse fondamentale questo nuovo passo verso la raffinatezza tecnologica. Tecnica a parte, l’utilizzo di questa nuova funzione fu geniale: oltre agli ovvi “catturare l’umanoide” e “l’umanoide non deve sopravvivere”, potevamo venire insultati nel caso abbandonassimo la schermata prima di aver ucciso tutti i nemici con un “Pollo, combatti da vero robot!”, oppure, ciliegina sulla torta, venire richiamati dal coin op in fase di attract mode con un “Rilevate monete nel portafoglio”.
Vi è, purtroppo, un altro motivo per il quale Berzerk viene ricordato: due videogiocatori, in circostanze diverse, furono colpiti da infarto durante una partita e, tragicamente, morirono. Con immenso rispetto verso queste tristi storie, non ci si può dimenticare con quanta fretta l’opinione pubblica iniziò ad accanirsi contro i giochi elettronici.
Altre versioni
Berzerk godette di meravigliose conversioni per le console Atari, soprattutto su 5200 dove poteva persino vantare lo stesso sonoro della versione da sala. Anche il Vectrex poteva sfoggiare la sua versione basata su una semi-irriconoscibile grafica vettoriale. Per quanto riguarda i computer, l’unico eletto fu il Tandy TRS-80 CoCo.
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