Atari e il mondo Coin-Op
Quattro personaggi uniti contro il male
Un gameplay tra tradizione ed innovazione
Non mancheranno sezioni più tranquille e rilassanti: superati i primi dieci livelli, ad esempio, avremo a che fare con uno stage bonus, caratterizzato dall'assenza dei nemici e da un numero spropositato di tesori e gadget da raccogliere, però il tutto entro un tempo limite molto breve.
La grafica
Musiche, effetti sonori e sintesi vocale
Musiche ed effetti non sono certo la cosa che è rimasta più impressa, la scelta di Atari è infatti di limitare le colonna sonora solo al passaggio tra un livello e l'altro, e gli FX, comunque molto ben realizzati, sono anch'essi totalmente funzionali al gameplay. L'incessante azione hack 'n slash sullo schermo sarà ben accompagnata dai rumori di spade e palle di fuoco, uniti all'incedere lento dei nemici. La raccolta delle chiavi, l'apertura delle porte e le tante azioni possibili sono sottolineate ognuna da un effetto diverso e ben azzeccato. Ma dove Gauntlet si fa veramente valere è nel presentare la voce di un invisibile dungeon master che guida il giocatore nei suoi primi passi alla scoperta del gioco ed in seguito dispensa consigli utilissimi, come quello di risparmiare le pozioni, di non sparare contro le pozioni stesse o il cibo, fino a darci il conto alla rovescia nei livelli bonus, scandito dalla voce sintetizzata. La sintesi vocale è stata possibile grazie agli studi della Texas Instruments che ha messo a disposizione la sua tecnologia per la realizzazione del coin-op. Le frasi del gioco sono presto entrate nell'immaginario collettivo di tutti i videogiocatori. Indimenticabili "Warrior, shot the potion!", "Save keys to open doors", "Valkyrie needs food, badly!" o "Use magic to kill Death!" al pari di ""Another visitor...stay awhile...stay forever!" o "Destroy Him.. my robots!", frasi pronunciate, sempre grazie alla sintesi vocale, dal malvagio Elvin Atombender nel gioco del 1984 per C64 Impossible Mission.
Il demoniaco bestiario di Gauntlet
I vari tipi di nemici, esclusi la Morte e il Ladro, saranno più forti a seconda del tipo di generatore da cui usciranno. Esistono infatti tre evoluzioni dei generatori, per gli spettri saranno mucchi di ossa composti da uno, due o tre scheletri, mentre per i blocchi demoniaci farà fede il teschio rosso al di sopra di essi, senza occhi al primo livello, con occhi bianchi al secondo e occhi rossi al terzo. Questa colorazione degli occhi si rispecchia anche nei nemici e aiuta il giocatore a capire di fronte a quale livello della creatura si trova in quel momento. Il calcolo dei punti vita sottratto dai mostri è diverso a secondo della creatura che ci colpisce. Grunts, Demons e Sorcerers ci toglieranno 5,8 o 10 PV a secondo del livello da loro raggiunto, i Ghosts ben 10 ,20 o 30 e la Morte 50. Anche le armi nemiche ci toglieranno punti vita, le fireballs 10 e i sassi dei Lobbers 3.
L'ideatore di Gauntlet
Le caratteristiche del coin-op
Il cabinato originale di Gauntlet del 1985 è caratterizzato dalla presenza di ben quattro manopole e relativi due pulsanti, a causa della sua natura spiccatamente multiplayer. Il gioco rende infatti al suo meglio se giocato da quattro amici che interpretano ognuno uno dei personaggi, dalle caratteristiche diverse e complementari. Il display è di tipo raster, le dimensioni dello schermo originale di 19 pollici con orientamento orizzontale e con una risoluzione di 336 x 240. I colori disponibili arrivano a 1056 e l'impostazione dello schermo è di scorrimento multidirezionale, infatti raramente viene visualizzato l'intero campo di gioco su una singola schermata. Il processore principale è un 68010, coadiuvato dal processore 6502 per la gestione del sonoro e dal sintetizzatore vocale realizzato dalla Texas Instruments TMS-5220C, con il quale sono create le voci del gioco che hanno fatto storia. Gauntlet dà la possibilità di continuare la partita, ma è bene, trattandosi di un coin-op dall'impostazione classica, fare una scorta infinita di monetine, poiché non solo l'energia vitale ci viene sottratta da ogni contatto coi nemici, ma anche il tempo ci è nemico, sottraendoci secondi preziosi quando ci perdiamo nei complessi sotterranei del labirinto.
Reperibilità e conversioni casalinghe
La prova del tempo
Eppure Gauntlet è un grande classico, da riscoprire assolutamente per vedere uno dei giochi a cui moltissimi game designers fanno riferimento quando citano il loro bagaglio culturale video ludico. Uno tra i tanti è John Romero, celebre creatore di Doom, che ha di recente collaborato con l'ultimo capitolo della saga, Seven Sorrow, lasciando però, prima del rilascio, il team di sviluppo per incomprensioni caratteriali. Moltissimi titoli si sono ispirati al gameplay semplice ma coinvolgente di Gauntlet, tra i tanti citiamo gli amighisiti Alien Breed e Alien Breed 2, o Loaded ed il suo seguito Re-Loaded prodotti dalla Gremlin, L'uscita di Gauntlet nel 1985 è stata di quelle che hanno lasciato il segno, senza questo titolo forse l'intero genere degli hack and slash non si sarebbe evoluto nello stesso modo. Anche altri generi, come gli RPG, il sottogenere dei dungeon crawl e persino gli FPS sono a loro modo debitori di Gauntlet. Grazie ad un solido e divertente gameplay, unito ad una grafica semplice e funzionale, il titolo Atari è entrato nella leggenda.
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