Commercializzato nel 1980 in Giappone da Namco (poi distribuito negli USA da Midway Games) il gioco si intitolava Puck-Man, termine che deriva dalla parola giapponese pakupaku, ovvero "chiudere e aprire la bocca", ma quando fu distribuito in occidente, la somiglianza con la parola inglese fuck (il significato lo conosciamo tutti) fece cambiare idea a Namco, che trasformò il nome del gioco nel più “sobrio” Pac-Man.
Lo scopo è molto semplice: mangiare pallini disseminati in un labirinto, evitando i fantasmi chiamati Blinky, Inky, Pinky, Clyde, (in Giappone i nomi erano Aosuke, Akabei, Guzuta, Pinky), ognuno con un proprio colore e dotati di una propria, piccola, intelligenza artificiale, che differenziava i loro comportamenti negli stage (c'è da dire che i fantasmi divennero famosi quasi quanto Pacman).
I fantasmini si possono mangiare solo se la nostra pallina gialla ingurgita delle speciali pillolone che rende il nostro protagonista invincibile e capace di inghiottire gli ectoplasmi. Una volta mangiati tutti i pallini presenti nel labirinto si passa al livello successivo (curiosta: i vari livelli erano intervallati da scenette umoristiche che vedevano protagonisti Pac-Man e i fantasmi) che è uguale fino al fatidico 256esimo livello.
Questo stage, a causa di un bug, è considerato l'ultimo del gioco. In pratica, per colpa di un errore nella funzione che disegna la frutta nella barra inferiore dello schermo, dove appare l'indicazione del livello corrente, invece di apparire sette frutti ne appaiono 256. Questo problema fa sì che metà dello schermo venga riempito da simboli casuali che rendono quasi impossibile il completamento del livello.
Comunque sia, la sua estrema semplicità permise a Pac-Man di essere giocato da tutti, da ciò derivò il suo enorme successo, tanto che la Namco piazzò dal '80 al '87 più di 300mila macchine e vendette milioni di gadget e pupazzi vari, diventando di fatto la Mascotte non solo della Namco ma anche dei videogiochi stessi. Tale successo spinse gli ideatori a rilasciare seguiti e conversioni volti a far rimanere popolare il personaggio fino ai giorni nostri.
Altre versioni
Parlare delle molteplici conversioni e seguiti che ha avuto questo gioco sarebbe un'impresa titanica. Praticamente Pac-Man è uscito su quasi tutte le console e home computer. Menzione d'onore va alla scandalosa conversione che uscì su Atari 2600.
L'Atari acquistò i diritti di produzione e subito iniziò una campagna pubblicitaria incredibile. All'epoca prometteva bene l'unione fra la più famosa console domestica e uno dei giochi di maggior successo del momento. Sfortunatamente la conversione che l'Atari effettuò sul gioco originale fu però disastrosa, praticamente della versione da bar non rimase nulla, diventando un grande flop. Delle circa 20 milioni di cartucce prodotte dalla Atari più della metà rimase invenduta, portando gravi perdite alla società.
Parlando di seguiti, nel 1981 fu distribuito Pac-Man Plus che non ebbe particolare successo in quanto non introduceva particolari cambiamenti. Le uniche novità riguardavano le super pillole perchè il loro effetto non sempre rendeva commestibili tutti e quattro fantasmi. Nel 1982 la Bally/Midway (società produttrice di flipper che al tempo distribuiva Pac-Man in occidente) realizzò Ms. Pac-Man, versione al femminile di Pac-Man con tanto di fiocco rosso e rossetto. Il gioco presentava alcune novità: i movimenti dei fantasmi non seguivano più un pattern fisso, ma erano random e la frutta era più difficile da mangiare in quanto saltellava lungo tutto lo schermo.
Altro gioco fu Super Pac-Man dove lo scopo era prendere delle chiavi perse nei labirinti in modo da poter raggiungere frutti rinchiusi. Il titolo non ebbe molto successo e venne subito ritirato dalle sale giochi.
Sempre nello stesso anno la Bally produse un flipper sul nostro mangiapalline, Mr. & Mrs. Pac-man che, nonostante fosse di pregevole fattura, non fu apprezzato dai molti fan.
Eseprimento interessante fu Baby Pac-man, un ibrido tra videogioco e flipper. Impersonando il piccolo Pac-Man nel solito labirinto, da quest’ultimo si poteva accedere ad un flipper dove si potevano raccogliere power up e frutta, che poi si potevano riutilizzare nel labirinto una volta rientrati.
Nell’83 uscirono Jr. Pac-Man e Pac & Pal, tutti e due segnarono il ritorno alla vecchia meccanica di gioco con un buon successo. Il primo aveva la particolarità di avere labirinti così vasti da necessitare lo scrolling laterale per visualizzarli per intero, nel secondo il nostro Pac veniva accompagnato durante l’avventura dal fantasma Pal.
Nel 1984 arriva Pac-Land tratto dal cartone animato dedicato a Pac-Man e si optò per platform in stile Super Mario in cui scopo era salvare la principessa Buttercup. Pac-Land ottenne un buon successo grazie alla lunghezza della storia e un gameplay classico ma efficace.
Dopo ben quattro anni, nel 1988, Namco ed Atari decisero di rispolverare il caro Pac realizzando Pac-Mania e si presentava con il gameplay dell’originale ma in grafica isometrica e con la capacità data al nostro eroe di saltare i nemici. Dal 1993 in poi tutti i giochi su Pac-Man uscirono nelle console, variando di molto la meccanica originale, diventando per lo più discreti platform 2D e 3D e qualche gioco di corse (Pacman Rally). Uno dei più riusciti e divertenti è stato Pac-Pix per Nintendo Ds, in cui con il nostro fido penninno si doveva disegnare una sagoma di Pacman per guidarlo nello schermo in modo da mangiare i fantasmini.
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