Shadow WraithIn Shadow Wraith impersoniamo ciò che rimane dello sfortunato Alex Kendall, un giovane ricercatore informatico impiegato presso il dipartimento della Difesa. Il Dottor Kendall si occupa sostanzialmente di studiare e mettere a punto delle rivoluzionarie tecnologie volte a migliorare l'interazione tra l'essere umano ed il network mondiale. Un giorno, probabilmente a causa degli stessi riservatissimi progetti che lo vedono coinvolto, assiste attonito alla precoce dipartita della sua famiglia per poi rimaner vittima anch'egli degli stessi sicari. Nonostante tutto, l'esistenza del giovane scienziato non cessa in quell’istante, ma, al contrario di quanto si possa immaginare, continua in una nuova forma tra i flussi dati della summenzionata rete. Qualche giorno prima, infatti, Alex si sottopose con successo al più ambizioso dei suoi esperimenti: il trasferimento del proprio “Io” nel cyberspazio! Ripresosi dal forte shock iniziale, Kendall si risveglia all'interno di Necropolis, una misteriosa area di un più vasto universo virtuale. Fin da subito inizia a perlustrarla in cerca di una possibile via d'uscita, mentre, a mano a mano che si susseguono i più vani tentativi, inizia a maturare anche dei propositi di vendetta verso coloro che si sono macchiati di un così ignobile crimine.

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A livello di gameplay, tutto ciò si traduce col governare la forma trasmutata di Alex Kendall, un'astronave per intenderci, attraverso uno scenario bidimensionale rappresentato mediante una visuale a volo d'uccello, dall'alto se preferite, in una maniera del tutto analoga a quanto avveniva in titoli arcade come Omega Race ed Asteroids. Il nostro compito consiste sostanzialmente nel raggiungere l'uscita di ciascun livello, una missione tutt'altro che semplice poiché ogni stage è contraddistinto da una serie di schermate statiche che danno origine ad un intricatissimo labirinto. Alcune aree, inoltre, ci sono precluse da delle porte, a noi ovviamente spetterà capire come aprirle, in genere recuperando delle apposite chiavi colorate o attivando i rispettivi interruttori. Altre zone potranno essere raggiunte solamente tramite degli opportuni teletrasportatori o scovando i corrispondenti passaggi segreti. Lo scanner della nostra navicella terrà traccia dei nostri spostamenti, fatto che si rivelerà particolarmente utile al cospetto delle innumerevoli biforcazioni che contraddistinguono ogni scenario.

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Naturalmente, durante la partita, non dobbiamo vedercela solamente con la struttura dei livelli, ma anche con le innumerevoli creature che li popolano, in particolare virus e programmi via via sempre più pericolosi, anch'essi rappresentati nel gioco come semplici astronavi o fantasiose livree geometriche. Per contrastarli utilizziamo due differenti sistemi d'armamento, ovviamente facendo un oculato uso delle munizioni. Tramite il primo, spariamo con vari tipi d'armi da fuoco e ad energia. Col secondo, invece, lanciamo granate, missili e mine, queste ultime innescabili anche per via remota. Come da copione, lungo il corso dell'azione, raccoglieremo delle armi sempre più potenti ed efficaci, alcune delle quali in grado di mirare automaticamente. A nostra protezione abbiamo uno scudo energetico che diverrà sempre più flebile a seguito di ogni impatto con i proiettili nemici. Una volta esauritosi del tutto, lo scafo inizierà a subire danni di varia entità. Le collisioni, oltre ad essere attenuate da uno speciale schermo difensivo attivabile tramite un opportuno power-up, possono essere evitate con un repentino spostamento laterale della nave, in piena tradizione First Person Shooter.

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L’energia degli scudi, lo stato dello scafo e la scorta delle munizioni a nostra disposizione, potranno essere ripristinati collezionando degli appositi bonus disseminati per il livello. L'astronave può ruotare di 360 gradi per poi procedere o retrocedere in una particolare direzione, ovviamente risentendo realisticamente dell'inerzia. Per sfuggire alle situazioni più pericolose, c'è offerta anche la possibilità di accelerare all'inverosimile con i postbruciatori, sebbene per un certo tempo limite. La navicella può essere controllata con la sola tastiera o con l'aiuto del mouse. Il gioco è sicuramente impegnativo e presenta una difficoltà per lo più graduale, nonostante non manchino dei passaggi piuttosto frustranti. La longevità è garantita da più di una ventina di stage, ripartiti in cinque episodi principali, e da cinque livelli di difficoltà. Infine, vale anche la pena di citare la possibilità di salvare i nostri progressi.

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Shadow Wraith vanta una buona realizzazione tecnica, la grafica adotta uno stile metallico, pseudo elettronico, piuttosto definito che non lesina in dettagli ed ombreggiature. I nemici e gli oggetti che popolano i vari livelli sono indubbiamente minuti, ma comunque curati. La fluidità dell'azione, così come la resa delle animazioni, si attesta su uno standard decisamente elevato. Il comparto sonoro è anch'esso di buona qualità, i brani musicali che ci accompagnano durante l’azione sono sicuramente orecchiabili e d'atmosfera, così come gli effetti sonori ed i campionamenti vocali svolgono adeguatamente la loro funzione.


Shadow Wraith Video Gameplay


COMMENTO FINALE


"Un’ultima considerazione che mi viene in mente, riguarda come le meccaniche alla base di Shadow Wraith lo accostino più agli sparatutto in prima persona che ai più tradizionali shoot ’em up bidimensionali da cui dovrebbe trarre il proprio essere. In quest’ottica, il titolo della Terminal Sunset, pare riproporre, sebbene a grandi linee, un’edizione a due dimensioni del fortunato Descent, il celebre FPS della Parallax Software. Più di un aspetto, infatti, a partire dal sistema d’armamento e dall’ambientazione claustrofobica, me lo ricorda, pur con le evidenti differenze del caso. Detto questo, non posso far altro che ribadire quanto già affermato da altri all’epoca della sua uscita, ossia il fatto che Shadow Wraith possieda, senza alcun dubbio, tutte le carte in regola per essere annoverato tra i classici della softeca ludica del Macintosh. Oltre ciò, è anche un lampante esempio di come si potesse giocare ad alti livelli sui seriosi computer della Apple, prova ne sia l’esistenza di un altrettanto valido seguito che risponde all’altisonante nome di 'Souls in the System'."