A metà strada tra il capitano Quark di Ratchet & Clank e Zapp Brannigan di Futurama, Captain Quazar ostenta un aspetto da gran piacione abbinato ad una totale avversione per l’intelligenza. Ciuffo biondo, mascellone esagerato, fisico da energumeno ed un’irresistibile espressione da demenza terminale. Qualsiasi cosa faccia, Quazar la farà ridendo, una risata folle, contagiosa, il più delle volta inopportuna. Incapace di compiere correttamente anche le azioni più elementari, il capitano si scompiscerà delle sue stesse idiozie, acquistando un’autoironia che raramente abbiamo conosciuto in un personaggio videoludico.
A supportare la riuscitissima personalità del character troviamo un eccellente lavoro svolto dal team di sviluppatori, i Cyclone Studios. Allevati all’ombra di un sogno seducente come quello della 3DO, hanno mostrato abbastanza talento da ricevere un solido supporto economico da parte del loro publisher, la stessa 3DO Company. Ne è conseguita una notevole cura dei filmati precalcolati, sensibilmente sopra la media per un titolo del 1996. La modellazione di ogni elemento è di livello avanzato ed il tutto viene ancor più impreziosito da un doppiaggio di qualità professionale, distante anni luce da alcune produzioni quasi amatoriali viste in passato sulla stessa piattaforma.
Paradossale, per una macchina che porta il 3D persino nel nome, che anche con Captain Quazar, proprio come in Gex, i personaggi più riusciti della console siano protagonisti di videogiochi completamente bidimensionali. Il gameplay offertoci dai Cyclone Studios, difatti, si dipana lungo aree di gioco in 2D isometrico, alla Diablo, per intenderci. Naturalmente, qui tutto è sbilanciato sull’azione pura e non aspettatevi alcun elemento nemmeno lontanamente riconducibile ad un gioco di ruolo. I controlli sono elementari: la croce direzionale serve per spostarsi, i tre pulsanti del pad per utilizzare una delle tre differenti armi. I colpi sono contati, ma, almeno per lo sparo di base, non ci saranno problemi per recuperare qualche munizione distruggendo qualche elemento dello scenario. Già, la distruzione è uno dei temi portanti di Captain Quazar: esattamente TUTTO quello che compare su schermo può essere rasato al suolo e, tranne poche eccezioni, nessuno vi impedirà di demolire un’intera mappa. Talvolta ci verrà richiesto di recuperare alcune chiavi per accedere a determinate zone, ma potremo aggirare il problema cercando un muro nelle vicinanze da buttar giù oppure scaricando qualche bel caricatore sulle porte per vederle cadere in pezzi. Ciò che non potremo affatto evitare sarà l’uso del teletrasporto per giungere in scenari aldifuori della mappa principale. Ogniqualvolta ci toccherà utilizzarlo dovremo fornire una lunga password per la destinazione: inutile buttarle lì a caso, sarà necessario contattare alcuni personaggi in giro per il livello, solitamente nascosti in qualche edificio da abbattere. Una volta interrogati potremo annotarci la password e fornirla al teletrasporto, oppure riprenderla dal comodo log personale che si cura di trascrivere tutti i nostri dialoghi.
Nel 1996, si sa, in molti eravamo come allocchi di fronte a sputafuoco come Saturn e Playstation per notare un umile titolo isometrico old-style quando altrove girava roba come Wipeout o Duke Nukem 3D, e il prodotto Cyclone Studios venne ingoiato dalle fauci dell’oblio. In realtà, di divertimento ne aveva abbastanza, molto di più di quanto offerto da molta concorrenza che puntava soprattutto agli effetti speciali.
A poco valse la conversione per sistemi Windows giunta un anno dopo, ancora meno apprezzata della controparte 3DO, la quale, quantomeno, vantava un’esecuzione del programma di una fluidità impeccabile ed anche alcuni apprezzabili effetti di trasparenza. Un titolo divertente, da giocare sulla piattaforma originale, alla faccia di chi dice che su 3DO girava solo immondizia.
Gianluca "musehead" Santilio
SCHERZO...
..mica tanto però.