Nel corso di un'intervista rilasciata a OPM UK (LINK), David Cage, co-fondatore di Quantic Dream e game designer noto per l'apprezzato interactive drama / psychological thriller Heavy Rain, ha così espresso il suo punto di vista sull'abuso della serializzazione:
"Se t’interessa l’innovazione e credi che i giochi possano essere altro rispetto agli shooter, allora realizzi che i sequel uccidono creatività e innovazione."
"Molte persone vogliono sempre lo stesso, e se è quello che gli offri lo comprano con gioia. Il risultato è molto semplice. I giocatori investono denaro in publisher ai quali non interessa l’innovazione."
"Noi non diamo alle persone quello che si aspettano. Vogliamo dare loro qualcosa che vogliono prima che si accorgano di volerlo."
Beyond: Two Souls, il prossimo titolo Quantic Dream, sarà rilasciato quest'anno in esclusiva su PlayStation 3.
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Oh, poi se è solo per fare il figo cacchi suoi.
Il problema è un altro, il solito, banale a dirlo: ovvero che oggi l'industria del videogioco è subordinata al profitto. E basta. Questa logica ha poi condizionato l'utenza che si è standarizzata alla ripetizione imposta.
Io però nella riconoscenza del talento credo sempre e anche il più ripetitivo dei successi è destinato a toccare il fondo, prima o poi.
Cage ha ragionissima a rifiutare la logica dei sequel in un'ottica di creatività, ma ha altrettanto ragione ad affermare che il proliferare dei sequel dipende anche e soprattutto dalla domanda dell'utenza ("Molte persone vogliono sempre lo stesso, e se è quello che gli offri lo comprano con gioia.")... dal momento che la domanda venisse meno, va da sè che l'offerta dovrebbe rimodularsi di conseguenza. Finchè i sequel vendono centinaia di migliaia se non milioni di copie, dunque, i publisher e sviluppatori continueranno a privilegiare i sequel... potrebbero anche regolarsi diversamente, ma serializzare pone meno problematiche creative, è più pratico, non di rado meno costoso e, in linea di massima, più commercialmente sicuro... per cui: vai di sequel!
In ogni modo, non è detto che un titolo valido debba essere necessariamente originale e creativamente significativo. Certo... se riesce a coniugare efficacemente originalità e divertimento di medio-lungo respiro, ancora meglio... ma se si "limita" al secondo punto, secondo me, è già tanto.