Homefront, il recente FPS fantapolitico ambientato in inverosimili Stati Uniti sotto scacco a causa di un improbabile invasione delle truppe della Corea del Nord, ha subito una rilevante modifica sul soggetto narrativo originale, dato che quest'ultimo avrebbe inizialmente previsto un nemico molto più credibile: la Cina. L'imprevisto cambio di rotta è stato sostanzialmente imposto al team di sviluppo Kaos Studios dal publisher THQ attraverso il suo ex vice presidente Danny Bilson. Motivo ? L'esigenza di tutelare gli interessi commerciali e le prospettive della compagnia americana nell'importante mercato orientale.
Queste rivelazioni provengono da un gruppo di ex sviluppatori degli ormai disciolti Kaos Studios che, nel corso di un'intervista condotta da Leigh Alexander (Gamasutra -LINK-), hanno messo in luce diversi retroscena legati alle politiche di THQ, allo sviluppo di Homefront e alla repentina chiusura del suo sviluppatore:
[Bilson] "[...] fu coinvolto nel progetto Homefront a circa metà del processo di sviluppo. THQ voleva far diventare il nostro shooter una sorta di bandiera nel campo degli FPS; ci fu chiesto in pratica di creare il nostro Call of Duty, un prodotto con cui competere alla pari con gli altri giganti del genere sul mercato."
"Certo, potemmo comprendere fin da subito i campi in cui Bilson mostrava chiaramente di saperci fare: dal suggerimento di alcuni interessanti ‘twists’ della trama, alla creazione di grandi aspettative quando non di vero e proprio ‘hype’ per il nostro titolo sulla stampa specializzata… Se si considera solo il lato del marketing, è indubbio che Homefront abbia ricevuto una delle migliori campagne commerciali della storia recente dei videogiochi. Il problema è che Bilson non era minimamente qualificato per avere voce in merito alla creazione di meccaniche di gioco."
"Non mi sento di condannare Danny per come sono andate le cose [...] lui per lo meno ci ha offerto sia l’opportunità che le risorse necessarie per riuscire in un’impresa. Siamo stati noi a non aver potuto o saputo creare ciò che volevamo. Credo che Bilson sia stato ‘l’agnello sacrificale’ dell’intera situazione, e questo mi pare un trattamento ingiusto: non era necessariamente lui il più grande problema di Homefront. Egli aveva il suo modo di mandare avanti il lavoro ed in molti casi ha compromesso irrimediabilmente la situazione, ma se tuttavia guardiamo ad altri titoli della compagnia sui quali aveva lavorato in prima persona, si capisce chiaramente che è grazie a lui e ad un certo suo talento se THQ esiste ancora oggi sul mercato."
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