Si tratta di un significativo precedente che si opporrebbe ai publisher più attivi nella c.d. "guerra all'usato".
Il 3 luglio scorso, infatti, la Corte Europea di Giustizia di Bruxelles ha sentenziato in ordine al procedimento che vedeva contrapposte Oracle e UsedSoft, stabilendo che un consumatore dell'Unione Europea ha il diritto di rivendere qualunque software precedentemente acquistato, a prescindere da eventuali restrizioni in merito imposte dal relativo publisher.
Per quanto priva di valore esecutivo, la sentenza costituisce, per l'appunto, un precedente di rilievo che, peraltro, non si riferisce ai soli "tradizionali" supporti fisici, ma include anche i titoli scaricati da piattaforme digitali.
“Il diritto esclusivo della distribuzione di una copia di software originale coperto da licenza (che ne proibisce la rivendita), è da considerarsi esaurito dopo il primo acquisto del software stesso. [...] In base alla direttiva, con la vendita iniziale di una copia software che avvenga nel territorio dell’Unione Europea sotto licenza del detentore del copyright o di chi ne abbia ricevuto da esso il consenso, si esauriscono i diritti di distribuzione della copia in questione.”
“Il detentore di proprietà intellettuale (che abbia commercializzato un software in uno degli stati membri dell’Unione Europea) perde in tal modo il diritto ad esercitare il proprio monopolio di sfruttamento nel contesto della possibilità di opporsi alla rivendita di una copia del software stesso.”
“Il principio di esaurimento dei diritti di distribuzione si applica non solo laddove il detentore di copyright commercializzi il proprio software su media fisici, ma anche qualora la distribuzione avvenga in forma di download di dati da qualsivoglia risorsa web su internet. Ove il detentore di copyright fornisca una copia del proprio software ad un utente (qualunque sia la forma di tale copia), e ove allo stesso tempo ciò realizzi pienamente i termini di concessione in licenza d’uso per un tempo illimitato della copia tramite la riscossione di una somma di denaro elargita dal consumatore, il detentore del copyright vende di fatto il proprio software all’utente ed esaurisce definitivamente qualunque diritto di distribuzione esclusiva sulla copia del programma.”
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Sentenza Corte Europea di Giustizia su diritto rivendita software retail o digitale
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- Pubblicato: 06-07-2012, 12:25
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Le softwarehouse dovrebbero ricordarsi che quando io acquisto un loro prodotto (perché di prodotto si tratta), quindi lo pago coi miei soldi, diventa automaticamente MIO a tutti gli effetti, se io compro un aspirapolvere o un gelato, il produttore non ha più alcun diritto su quell'oggetto, perché allora una Software House dovrebbe averne sul videogioco che ho acquistato?
Io farei così: lascerei libera la compravendita fra privati e farei pagare una percentuale alle catene. Risolto il problema
riguardo ai dd la vedo molto dura invece...
L'avranno capito stavolta? Non credo.
L'online pass toglie parte del prodotto già acquistato, come se tutti i libri usati fossero privi di indice o copertina ad esempio.
Perchè poi i videogiochi debbano fare eccezione su tutto il resto ancora non l'ho capito e non lo capirò mai, cioè, capire l'ho capito ma insomma...ci siamo capiti XD
volevo dire che data la capillarità di vendita dell'usato tramite le grandi catene di distribuzione, l'usato è diventato un problema per i produttori, dato che dall'usato non guadagnano niente.
L'usato fra i privati è molto più contenuto come volume di mercato, quindi se vogliono renderlo illegale, rendano illegali solo i punti vendita, che lucrano di brutto e esentasse.
era questo il concetto
Ma poi c'è un aspetto importante da tener presente: se è vero che i publisher non ci ricavano nulla dalla vendita dell'usato, è anche vero che si tratta di un mercato che autoalimenta la vendita del nuovo.
Le offerte saranno anche una fregatura tipo quelle "porta due giochi e con 20E ne compri uno nuovo" ma se l'utente decide che per lui è conveniente allora beh, molto probabilmente si tratta di un gioco venduto in più che non sarebbe stato possibile senza la vendita dei precedenti.
Senza l'usato la gente, almeno quella come me che con lo stipendio ci deve campare e tenere presenti spese primarie (perchè i videogiochi sono un lusso, non una necessità), sarebbe costretta a diminuire notevolmente la mole di giochi acquistata selezionando molto più scrupolosamente ed elimando quasi del tutto gli acquisti al D1.
Che poi tra parentesi l'ho già fatto ormai da quasi due anni perchè sta lotta all'usato mi ha così indispettito da indurmi a tagliare quasi del tutto i miei personali finanziamenti all'industria, due anni fa un gioco come Lollipop Chainsaw l'avrei comprato immediatamente e a prezzo pieno, adesso aspetto che il nuovo cali a 20 max 30E.
Volete penalizzare se non abolire qualcosa che è legale? Accomodatevi, intanto io vi "ripago" finanziandovi clamorosamente di meno che in passato. Ebbè.
In questo articolo considerano la sentenza un significativo precedente, ma specificano che, almeno per il momento, essa non ha valore esecutivo...
http://www.unlimitedammo.org/2012/07...orme-digitali/
http://curia.europa.eu/jcms/upload/d...cp120094en.pdf