Facciamo un passo indietro per ricapitolare di cosa si tratta. E' un first person shooter, che si allinea grossomodo alla produzione ordinaria per il genere. Partiamo dall'aspetto che ha più esaltato il pubblico dei videogiocatori PS3 e X360, ovvero la trama, molto facilmente riconducibile ad un'ispirazione a Blade Runner e a tutte le riflessioni di Philip Dick alla base. Le attività del nostro avatar si svolgono in un'ambiente interamente abitato da androidi, un dominio binario, appunto, ma le cose non sono ovviamente molto pulite: i robot sono oltre i loro confini, nella società e nei normali posti di lavoro. La cosa grave è che i robot stessi non sanno di esserlo.
Il tutto pare sia raccontato piuttosto bene e non c'è da sorprendersi visto che ci ha lavorato lo stesso team di Yakuza, ma pare che i personaggi secondari della trama siano piuttosto inconsistenti.
Rilevante una novità: potremo comunicare con la nostra squadra direttamente a voce, col programma in grado di interpretare i nostri comandi. Pur con qualche intoppo, sembra funzionare.
Purtroppo, alla Sega hanno pensato di conferire valore ai rapporti tra noi e i membri del team, una sorta di fiducia che possa tornare utile in battaglia. Peccato che la cosa funzioni male e si fermi alle buone intenzioni.
Ed infine il difetto segnalato da molte testate: c'è stata troppa aspettativa attorno a questo titolo, un hype generato ovviamente dalla stessa Sega che ha finito col seminare speranze almeno parzialmente deluse.
Un Metacritic di 73/100 per lui.