Masahiro Sakurai, director dell'imminente Kid Icarus: Uprising per 3DS, ha dichiarato durante un'intervista che secondo lui i film sanno meglio raccontare storie rispetto ai videogiochi, e che questi ultimi utilizzano molto parlato senza venire sfruttato ai fini della narrazione:
"I film sono strumenti decisamente migliori quando si tratta di raccontare storie in modo piacevole e coinvolgente"
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A raccontare storie sono migliori i film che i videogiochi
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- Pubblicato: 07-02-2012, 13:02
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Sakurai è un ottimo game designer che non si è mai occupato di giochi story-driven ma non legge libri, altrimenti avrebbe sostenuto che questi ultimi sarebbero ancora migliori dei film, nonostante le grandi quantità di parlato non sfruttato.
Una storia mette noi sempre nel ruolo passivo: il libro è scritto e non può essere cambiato, il film è inciso su un disco e tale rimane. Il videogioco è attivo per definizione ed impone dei paletti per i quali l'utente dev'essere intrattenuto sia che si tratti di enigmi astrusi, sia di incontri infiniti per grinding, sia per orde di criminali da pestare a pugni. Una sceneggiatura tuttavia può essere proposta e con una trasversalità di generi impressionante dalle scontate avventure grafiche ai platform 2D.
Raccontare una storia è possibile in posizione attiva come nei videogames, ma non è ovviamente la loro ragione d'esistere primaria: devono prima di tutto intrattenerci bene. Ciò non toglie, però, che ad alcuni possa piacere usufruire di un racconto sotto forma di videogioco più che di filmato o romanzo, e che tale pratica possa essere svolta in maniera eccellente.
Con tutto il rispetto per l'autore degli splendidi Smash Bros, in questo caso sembra più che altro dire "non lo faccio, non lo fa quasi mai la mia azienda, allora dico che non va bene". Giocati Mass Effect, Masahiro! Kid Icarus ha già un anno e mezzo di ritardo e ci hai già fatto capire che la storia fa ca**re.
In assoluto non si può dire che i videogiochi rappresentino un mezzo espressivo peggiore dei film sul fronte della pura narrazione. In realtà penso che esistano molti film che descrivono poco efficacemente l'intreccio... e, parallelamente, dei videogiochi dotati di un'ottima componente narrativa. Alla fin fine i punti essenziali sono due: la validità della storia e l'efficacia della narrazione. Nel caso dei videogiochi, poi, c'è da prendere in considerazione anche la valorizzazione della sceneggiatura e l'equilibrio tra le parti puramente ludiche e quelle più "cinematografiche".
La butto lì: Magari intende che l'azione di gioco è secondo lui spesso troppo frazionata da inutili cut scene che potrebbero tranquillamente essere saltate senza perdere nulla a livello narrativo, e che invece nel suo prossimo gioco questo non avverrà.
Mah, da un lato la cosa che aprezzo dei giochi moderni è il fatto di aggiungere spessore ai vari personaggi, aggiungendo appunto dialoghi o anche solo semplici battute, dall'altra a volte i filmati di intermezzo sono talmente prolissi che quando ricomincia il gioco sono già stufo.
@ AlextheLioNet: ovviamente ci sono videogiochi più o meno riusciti, come film più o meno riusciti... quindi si fa presto a dire che un videogioco ben riuscito abbia una narrazione migliore di un film malriuscito...
@ Musehead: sono d'accordo con quello che dici e ho capito cosa intendi, ma sono costretto a farti presente che anche la narrazione cinematografica impone dei ben precisi paletti e ha come finalità quella di intrattenere (con annesso scatenamento delle reletive emozioni a seconda che voglia commuovere, divertire, far riflettere, spaventare, etc.).
E' una questione di struttura: sono differenti le strutture narrative che sorreggono il tutto. I videogiochi hanno come obbiettivo quello di avvincere il videogiocatore, spingerlo ad andare avanti con tecniche come quella del "rilancio", delle "quest" o "subquest", etc. Questo non significa che il plot non sia importante, anzi è fondamentale, ovviamente: il fatto è però che il plot, per esigenze di medium, deve sottostare a quelle determinate regole, che fanno sì che esso sia una narrazione per videogiochi (che è una narrazione fatta non solo per narrare, ma per sostenere l'azione videoludica) e non cinematografica.
Il Cinema invece segue un tipo di struttura pensata e progettata con l'intento di narrare non solo con le parole, ma anche e soprattutto per immagini (a differenza del romanzo, la cui narrazione è affidata esclusivamente alle parole)... in questo senso posso condividere l'affermazione che il Cinema, rispetto i videogiochi, sia più adatto a narrare, perché segue regole proprie della narrazione, mentre il videogioco segue regole atte in primis al videogiocare. Per questo, nella maggior parte dei casi, non amo l'utilizzo di tecniche narrative cinematografiche all'interno dei videogiochi, perché mi sembrano una forzatura in un contesto che non è il suo... anche perché, nella maggior parte dei casi, queste tecniche sono mutuate più dal cinema spettacolare e fracassone, che di Cinema ha ben poco.
Vale anche il discorso inverso, ossia tecniche visive tipiche del videogioco utilizzate in contesto cinematografico, che solitamente influenzano il montaggio o un certo modo di pensare l'inquadratura o muovere la macchina da presa... le trovo fuori luogo, non perché io sia un conservatore "passista", ma perché mi pare che si voglia fare dialogare due cose che, per la loro stessa natura, non possono farlo.
Avete presente il Teatro filmato con tecniche cinematografiche e mandato in TV...? Non funziona, perché la narrazione segue tecniche e ritmi teatrali e non cinematografici. Lo stesso discorso vale per la Fiction TV, che NON è cinema, a differenza di quanto credono in molti, che è poi quello che le reti pubbliche e private vogliono farci credere: questo perché anche la Fiction segue regole narrative differenti e si rivolge a un pubblico televisivo, che non è quello cinematografico, e deve tenere conto di altri fattori (come, ad esempio, i passaggi pubblicitari). Prendiamo il recente "Tredicesimo Apostolo", che tanto successo sta avendo... i dialoghi, nella maggior parte dei casi, sono imbarazzanti e comunque il linguaggio non è quello cinematografico, anche se potrebbe sembrare, ma quello delle fiction, con tutti i suoi pessimi stereotipi: ad esempio la recitazione "urlata" e sopra le righe, (chi ha detto "RIS" o "DISTRETTO DI POLIZIA"...?), che piace tanto al pubblico televisivo e gli fa dire "ma guarda che bravi attori energici" e nasconde invece un vuoto attoriale, registico e, più in generale, artistico.
Scrivere una sceneggiatura cinematografica è un'arte raffinata e complessa, che si può raggiungere solo con tanto studio e tanta esperienza. Essa, già embrionale narrazione per immagini, diventerà tale attraverso le tecniche narrative visive e interpretative del regista, dell'attore e del montaggio. Mi fermo qui, perché mi rendo conto che sto divagando e, forse, mi sto pure rendendo noioso. Ciao!
E poi il fatto che qualcosa sia un film non è certo determinato da quanto sia alto il budget, ma da chi scrive la storia, da chi la dirige, da chi ci mette le luci, da chi la recita, da chi la monta: ci sono opere indipendenti realizzate con un budget bassissimo, che sono film bellissimi, degni di questo nome molto di più dell'ultima fracassonata hollywoodiana (e non), per la quale sono stati spesi più soldi di quanti ne servano per una centrale idroelettrica. Anche costruire un centro commerciale richiede un budget altissimo, ma questo cosa significa...? Qui si sta parlando di linguaggio, di semiotica... non di soldi, c***o!
Ripeto, senza offesa, anche se i termini che ho usato sono un po' duri.
Nessuna offesa, si tratta semplicemente di punti di vista diversi. Ho scritto che il medium videoludico si sta avviando ad incamerare progressivamente quello cinematografico, non che lo abbia già fatto. Secondo me si tratta di un percorso che porterà per gradi a questo risultato.
In effetti le tecniche comuni ci sono, dal momento che esistono dei videogiochi che hanno una complessa sceneggiatura, lunghi e articolati dialoghi, sistemi d'inquadrature molto diversificati e una vera e propria regia. A mio avviso è solo questione di tempo... in futuro i due universi saranno sempre più intersecati, con i film che assomiglieranno sempre di più ai videogiochi e questi ultimi che saranno sempre più assimilabili a film.
Chiunque prediliga il cinema d'intrattenimento contemporaneo e vada spesso al cinema può rilevare come il linguaggio di molti film tenda a somigliare a quello di diversi videogiochi attuali (e viceversa), sancendo di fatto una convergenza tra due medium che prima intrattenevano rapporti meno stretti.
Il fatto che, in diversi i casi, i budget si attestino su livelli di grandezza simili è assai significativo, dal momento che non si parli nè di cinema d'essai, nè di pellicole per pellicole per cultori della settima arte, ma di film d'intrattenimento mainstream che, in quanto tali, sono a vario titolo più recettivi nei confronti di tutto quanto riscuote successo e fa tendenza in qualsiasi settore extracinematografico, videogiochi compresi.
Forse bisognerebbe definire che cosa s'intenda per Cinema, che è un'arte raffinata e complessa... quello che tu definisci Cinema d'intrattenimento è, appunto, intrattenimento. Ma il Cinema è, nella mia visione, tutt'altra cosa.
Io penso semplicemente che il cinema sia tutto quello che così è comunemente definito in riferimento a tale termine (nell'accezione più ampia e generale dello stesso). Nel mio ragionamento non c'è alcuna distinzione tra cinema "artistico" e cinepanettoni. Per me il cinema è quello che vedi su grande schermo quando paghi il biglietto o quello che viene programmato in seguito in TV. La mia considerazione è quindi di tipo meramente pratico e assolutamente acritico, nè sarò mai tra quelli che etichettano quello che è indiscutibilmente X con il classico "non è vero X" dal momento che risulti agli antipodi dei loro gusti.
Ripeto: secondo me è iniziato un processo di fusione tra due medium e bene o male si tratterebbe dell'avverarsi di un sogno: il cinema interattivo. D'altra parte nessuno può escludere che un grande autore cinematografico non firmi in futuro la sceneggiatura o la regia di un videogioco... o viceversa. Ad esempio Guillermo del Toro avrebbe intenzione di dedicarsi ad un videogame (InSANE). Rimarrà un esempio isolato (sempre che lo realizzi realmente)? Vedremo...
Per quanto riguarda la supposta decadenza del cinema "troppo videoludico"... è questione di punti di vista. Ad esempio ho apprezzato parecchio diversi film con chiare influenze videogiochistiche e sono del parere che entrambi gli universi abbiano teoricamente molto da guadagnare dal loro progressivo interfacciarsi. Vedremo comunque quali saranno i risultati.
E posso anche aggiungere, a opinione personale, che anche un libro è uno strumento che, per la trama, funziona benissimo.
Per carità, anche il film può essere visto in maniera diversa a seconda dello spettatore, resta il fatto che si tratta di una serie d'immagini, suoni e dialoghi che quelli sono e quelli rimangono, chiaro che puoi "pianificare" al meglio la sceneggiatura e tutto il resto.
Ma ripeto, se il film non vuole essere un videogioco, un videogioco non vuole e non deve essere un film, personalmente ad esempio non ho apprezzato troppo i filmati non interattivi estremamente lunghi (troppo rispetto ai precedenti) di MGS4, per dirne uno.