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ID: 257517Questa volta la levata di scudi nei confronti dei videogiochi è particolarmente mirata e la relativa richiesta, proveniente dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, (ICRC) risulta quanto mai specifica: il rispetto della legislazione internazionale contro i crimini di guerra e dei Diritti Umani in generale nelle simulazioni belliche.

Quelli che seguono sono stralci tratti da un comunicato dell'ICRL e uno studio dell'associazione svizzera TRIAL, cui il suddetto Comitato fa riferimento in vista di una specifica richiesta ai governi per una legislazione più restrittiva sui videogiochi che obblighi i produttori al rispetto (virtuale) dei Diritti Umani, con specifico riferimento alla Convenzione di Ginevra e a quella de L'Aia:

"Il Movimento lavora vigorosamente per promuovere norme umanitarie in tutto il mondo, ma c'è anche un pubblico di circa 600 milioni di giocatori che potrebbero violare le leggi umanitarie internazionali (IHL) [...] non è chiaro come i videogiochi influenzino le persone." (ICRL)

"Civili od obiettivi protetti come chiese o moschee si possono attaccare impunemente, nelle scene d'interrogatorio si può ricorrere alla tortura, degradare o minacciare il prigioniero in modo inumano, senza ricevere sanzioni, e non mancano le esecuzioni sommarie." (TRIAL)

D'altra parte i produttori vedono come il fumo negli occhi il profilarsi di nuove restrizioni su tematiche e contenuti dei videogiochi:

"Noi sosteniamo con convinzione i diritti degli sviluppatori e la loro libertà creativa, nel conseguimento della loro visione artistica." (Rich Taylor - Entertainment Software Association -ESA- )

Voi cosa ne pensate ?

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