Quelli che seguono sono stralci tratti da un comunicato dell'ICRL e uno studio dell'associazione svizzera TRIAL, cui il suddetto Comitato fa riferimento in vista di una specifica richiesta ai governi per una legislazione più restrittiva sui videogiochi che obblighi i produttori al rispetto (virtuale) dei Diritti Umani, con specifico riferimento alla Convenzione di Ginevra e a quella de L'Aia:
"Il Movimento lavora vigorosamente per promuovere norme umanitarie in tutto il mondo, ma c'è anche un pubblico di circa 600 milioni di giocatori che potrebbero violare le leggi umanitarie internazionali (IHL) [...] non è chiaro come i videogiochi influenzino le persone." (ICRL)
"Civili od obiettivi protetti come chiese o moschee si possono attaccare impunemente, nelle scene d'interrogatorio si può ricorrere alla tortura, degradare o minacciare il prigioniero in modo inumano, senza ricevere sanzioni, e non mancano le esecuzioni sommarie." (TRIAL)
D'altra parte i produttori vedono come il fumo negli occhi il profilarsi di nuove restrizioni su tematiche e contenuti dei videogiochi:
"Noi sosteniamo con convinzione i diritti degli sviluppatori e la loro libertà creativa, nel conseguimento della loro visione artistica." (Rich Taylor - Entertainment Software Association -ESA- )
Voi cosa ne pensate ?
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avete presente?
"il porno stimola gl'impulsi sessuali.
No, è il porno che esiste perchè esistono gli impulsi"
analogamente si può fare lo stesso discorso.
"i videogiochi violenti istigano alla violenza.
No, sono i videogiochi violenti che esistono perchè c'è l'impulso violento"
Eppure, pur credendo che i discorsi sui videogiochi che incitano alla violenza siano in massima parte vaccate, non riesco a fare a meno di pensare che un eccessivo "oltranzismo" sul tema da parte dei videogiocatori sia tutto sommato eccessivo e dettato più dalla voglia (legittima e naturale) di reagire a certe provocazioni che da una reale esigenza di difesa dell'esperienza ludica...Ora il Comitato Internazionale della Croce Rossa chiede NON di abolire i giochi di simulazione bellica, ma solo di evitare scene che calpestino platealmente i Diritti Umani, e io mi chiedo -e soprattutto chiedo a voi, data la mia ignoranza sul tema: siamo proprio sicuri che porsi il limite di ammazzamenti di donne e bambini, torture o altro sia un guaio per il divertimento, che poi dovrebbe essere l'obiettivo finale di ogni sviluppatore? O non sarà piuttosto un (potenziale) guaio soltanto per chi cerca di vendere meglio giochi non eccelsi impacchettandoli in un contesto "trasgressivo" e sfruttando a proprio vantaggio le relative, prevedibili polemiche? Agli amici di Retrogaming History l'ardua risposta... risparmiandomi gli insulti, please...