Fanno male, è vero, ma solo quando se ne abusa, come tutte le altre cose. Forse è questa la grande conquista sociale del videogioco, penetrato sempre più nelle case delle famiglie senza rendersi più responsabile di altri media per tutte le cose che vanno storte.
Una psicologa americana, Linda Jackson, si è occupata di osservare per un determinato tempo un nutrito gruppo di ragazzini dell'età di dodici anni per analizzarne i comportamenti e risalire alle cause.
Uno studio ordinario che però ha prestato attenzione anche agli hobby dei ragazzi. Quelli più creativi avevano un elemento in comune: videogiocavano e non con gli stessi prodotti. Un'analisi più attenta ha poi rivelato che la loro fantasia veniva stimolata a prescindere dalla violenza contenuta nei videogiochi. Che il tutto sia dovuto semplicemente alla simulazione di situazioni inusuali, improbabili, alternative? Di sicuro un videogioco è uno stimolo, un impegno ed un atto di creatività che si subisce ed al quale bisogna reagire con altra creatività per risolverlo. Forse è tutto qui.
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