Per quanto sintetica e massimalista, la considerazione espressa da Peter Garza, producer di Tecmo Koei specializzato nella localizzazione dei prodotti, sembra tutt'altro che irrilevante, evidenziando lapidariamente in un'intervista rilasciata a GamesIndustry.biz quelle che sarebbero, a suo avviso, le importanti differenze tra la produzione videoludica nipponica e quella occidentale: << I videogiochi in Giappone esistono in uno spazio differente dell'intrattenimento rispetto all'occidente. I giochi in occidente vanno invece verso l'esperienza cinematografica, mentre in Giappone sono praticamente parificati ai giocattoli, passatempi più semplicemente ludici. >> (Peter Garza)
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La produzione Nintendo, invece, è aderente alle parole di Garza, forse perché in Giappone c'è più bisogno di "tornare bambini" ad una bolla contenente un universo colorato, spensierato e poco impegnativo. E' una componente imprescindibile del videoludo, ma non se sarà quella che "tirerà" nel futuro prossimo (forse no).
Tuttavia ritengo che gli esempi citati di prodotti "adulti" giapponesi siano molto interessanti ed artisticamente significativi. Sono mosche bianche, però. Nel Sol Levante credo ci sia una penuria di game designers: per troppo tempo si sono limitati a copiare poche strutture consolidate e sembra che oggi fatichino ad inventare altro, a differenza dell'Ovest.
Per quanto le interpretazioni possano essere più d'una, pare che Peter Garza alluda in particolare ad un peso della componente narrativa che, a suo modo di vedere, si farebbe sentire maggiormente nei titoli occidentali piuttosto che in quelli nipponici.
Credo invece che tu intenda "hardcore" in maniera diversa dal trend attuale, ovvero, come hai specificato, un prodotto più incentrato sul semplice giocare e senza riferimenti alla difficoltà. Questo è vero, com'è vero però che la Nintendo abbia privilegiato spesso atmosfere leggere e gameplay semplificati, sin dai tempi delle sfide con Sega. In un certo senso ha fatto bene, perché ha salvaguardato l'anima da "giocattolo" esemplificata da Garza, il che l'ha premiata commercialmente. Il punto è che l'età media del videogiocatore cresce di pari passo con la voglia di qualcosa di più complesso.
La citazione di Garza, comunque, si riferisce al mercato moderno, generalmente profondamente deluso (se non per i giochi facilmente piratabili) da Nintendo nella fascia "anziana". Sulla Wii c'è roba per ragazzini, mentre quella per "adulti" l'hanno portata le terze parti e non ha venduto nulla: lo strepitoso Xenoblade Chronicles ha venduto 80mila copie in Europa, No More Heroes 2 poco di più, Madworld non ne parliamo. Questo stesso genere di gioco vende moltissimo di più su X360-PS3. Credo che il pubblico si stia dividendo, fortunatamente, lasciando le piattaforme Nintendo ai più giovani giocatori e non certo "hardcore", per il bene di tutti che potranno trovare un'offerta più misurata sulla proprie preferenze. Ho le mie preferenze, ma non dico che una macchina sia migliore dell'altra, semmai che, in accordo con Garza, due sono meno "giocattolose" dell'altra.
PS: penso che la console più "rumorosa" non sia stata il Megadrive ma il PC Engine che è ultranipponico. Al Giappone piace anche il baccano e la difficoltà estrema, tant'è che hanno inventato il manic shooter, Mega Man e Ninja Gaiden. Un ultimo appunto: dici che preferisci le atmosfere rassicuranti e pacate della Nintendo e ti piace Catherine?!?