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Gli Stati Uniti dicono "sì" alla violenza!

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  • Gli Stati Uniti dicono "sì" alla violenza!

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    Giudicherete voi se la scelta degli USA è giusta o meno, ma di sicuro è di quelle che fanno scalpore: secondo la Corte Suprema, i bambini devono avere la stessa libertà degli adulti, anche nei videogiochi.

    Cosa significa? Che God of War 3 potrà essere acquistato anche da un bambino di tre anni, nonostante contenga sgozzamenti, occhi cavati e decapitazioni. Tutto ciò nasce dalle proteste delle grandi case di videogiochi che ritenevano che la legge promulgata inizialmente in California da Arnold Schwarzenegger e che prevedeva una multa di mille dollari per chi avesse venduto un videogioco violento a un bambino fosse in contraddizione con l'articolo 1 della costituzione, secondo il quale tutti i cittadini devono godere delle stesse libertà, bambini compresi ad eccezione della sfera sessuale.

    E' una sentenza storica che fa esultare Microsoft, Sony e compagnia e che certamente influenzerà i restanti territori, dato che quello americano è senza dubbio la "bussola" del settore videoludico.

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    • Cthulhu
      #1
      Cthulhu ha commentato
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      Si beh gli USA da sempre fanno cose a caso, comunque non è di certo la violenza nei videogiochi a deviare i bambini, altrimenti noi che siamo cresciuti negli '80/'90 ammazzeremmo la gente per strada utilizzando mosse di Hokuto convinti di farli esplodere dopo 3 secondi, faremmo mosse di lotta libera violentissime e sanguinose, saremmo convinti che quando una donna è in cinta sta per uscire un chestburster, saremmo rimasti traumatizzati dai film di Dario Argento e Lucio Fulci ecc. ecc. ecc.

    • AlextheLioNet
      #2
      AlextheLioNet ha commentato
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      In generale sarei contro la censura, ma, in questo caso ho la netta impressione che lasci troppa libertà. Se le regole, i vincoli e le limitazioni sono ragionevoli, ben vengano.

      Secondo me porre dei limiti sensati ai contenuti violenti a seconda delle fasce d'età non è sbagliato. Chiaro che bisogna vedere nel concreto come si applica tale regolamento e quali sono le sanzioni a carico di chi lo viola.

    • Robbey
      #3
      Robbey ha commentato
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      Non va bene questa esagerata liberalizzazione della violenza a tutte le età forse dai 16 anni i ragazzi posson provare i videogiochi violenti consigliati a quelli di 18 anni prima di quella età no. è un grosso sbaglio

    • Bert
      #4
      Bert ha commentato
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      non saprei, in fondo i ragazzini la violenza se la beccano comunque tutti i giorni da altri media musica, tg e fumetti o da qualche compagno di scuola che si diverte a fare il bullo se non lo str*nzo. Più che altro, sarebbe il caso si contestualizzarla, un po' come un'imprecazione o una bella parolaccia sistemata ad arte per accentuare al massimo una situazione drammatica o per smorzare il patos generale. Così, una sberla, un pugno o una sana rissa in un buon contesto contribuisce non poco a rendere l'idea di ciò che si vuole trasmettere. Certo, un altro conto è sdoganarla senza alcun criterio ma comunque i genitori dovrebbero avere senza alcun dubbio un ruolo in tutto questo.

    • Procione
      #5
      Procione ha commentato
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      Secondo me farebbero meglio a tenere per i giochi più violenti, un'età indicativa, giusto per informare un pò i genitori prima di acquistrne uno violento per il figlio piccolo. Poi credo che (almeno qua in italia) quasi nessuno tiene conto del numero PEGI.

    • maxtex74
      #6
      maxtex74 ha commentato
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      Io non vedo niente di buono in questa sentenza quando ero banbino io negli anni 80 e 90 ,c'erano giochi con scazzottate e squartamenti ,ma con la grafica realistica che hanno raggiunto i videogames maderni e difficile per un bambino distinguere la realtà dalla fantasia...

    • musehead
      #7
      musehead ha commentato
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      Quando avevo 7-8 anni decapitavo gente a Barbarian, ma non mi sono mai ritenuto più violento o pazzo di quelli che alla stessa età usavano i Pokémon...Penso che se un bambino/ragazzino sviluppa un acuto istinto violento tutto ciò non viene maturato a causa dei videogiochi. Ci sono studi recenti che hanno rilevato come la violenza virtuale rimanga confinata in un contesto non reale, fungendo persino da valvola di sfogo.

    • Simo21
      #8
      Simo21 ha commentato
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      Sono d'accorodo: e cosa ben diversa giocare a Splatter House o far fuoco su decine di persone indifese in un aereoporto come in uno degli ultimi Call of Duty. Un' indicazione ci deve essere, poi tanto chi non vuole rispettarla non lo fara comunque, e solo questione di difendere gli ignari..

    • Cthulhu
      #9
      Cthulhu ha commentato
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      Maxtex scusa ma quando eri piccolo i cartoni animati e i film violenti non li vedevi? In piena era horror splatter quali erano gli anni 80 poi... Se un bambino fatica a distinguere realtà da fantasia c'è solo una ragione: ha dei problemi, per il resto concordo con Bert, i genitori hanno una responsabilità ed hanno un ruolo importantissimo.

    • AlextheLioNet
      #10
      AlextheLioNet ha commentato
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      Originariamente inviato da Cthulhu
      Maxtex scusa ma quando eri piccolo i cartoni animati e i film violenti non li vedevi?
      E' vero... ma quando la violenza è allo stesso tempo interattiva e fotorealistica ha un impatto che, secondo me, è meglio non sottovalutare.

    • maxtex74
      #11
      maxtex74 ha commentato
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      Originariamente inviato da Cthulhu
      Maxtex scusa ma quando eri piccolo i cartoni animati e i film violenti non li vedevi? In piena era horror splatter quali erano gli anni 80 poi... Se un bambino fatica a distinguere realtà da fantasia c'è solo una ragione: ha dei problemi, per il resto concordo con Bert, i genitori hanno una responsabilità ed hanno un ruolo importantissimo.
      Certo anche se sempre sotto la supervisione dei grandi fino ai 12 anni e la TV era diversa...ma un film è una cosa e un videogames è un altra...l'iterattività dovè sta?Che differenza c'è tra guardare passivamente un film splatter o iteragire in videogames splatter di nuova generazione ultra realistico?Psicologia spicciola ....e i genitori sono una parte importante nella vita e formazione del bambino.

    • Cthulhu
      #12
      Cthulhu ha commentato
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      Ultra realistico cosa significa? Per un ragazzino vissuto nei '90 Mortal Kombat era ultra realistico, partivano teste, spine dorsali, bruciavano persone e tutto era in digitalizzato, ultra realistico appunto per allora, però le notizie di cronaca erano (giuro queste due me le ricordo): "bambino vuole buttarsi dal terrazzo convinto di essere Superman" oppure "ragazzino crede di essere un personaggio di un videogioco (Ken di Street Fighter) e dice di combattere i cattivi per salvare le ragazze". Quale potrebbe essere un gioco ultra realistico (anche nei contenuti quindi) odierno? Call of Duty? o Gta? La notizia quale potrebbe essere: "Ragazzino vuole arruolarsi nei Marines" oppure "Bambino entra nella stazione di polizia di Los Angeles con un fucile e uccide tutti i poliziotti"? A parte gli scherzi, ne avevamo già parlato di sta cosa e resto fermo nelle mie convinzioni, a parte ovviamente l'importante apporto da parte dei genitori nella crescita dei propri figli, credo che reazioni come quelle citate sopra (Superman e Ken) siano date da un problema mentale, una cosa già insita nella mente del bambino/adolescente e/o un'infanzia "anomala" causata appunto dai genitori (o dall' eventuale mancanza di essi) I bulletti a scuola non sono il prodotto di un film o un videogioco. Sarebbe come dire che la vita è nata 6000 anni fa...

    • synapsy
      #13
      synapsy ha commentato
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      Originariamente inviato da Cthulhu
      ...comunque non è di certo la violenza nei videogiochi a deviare i bambini, altrimenti noi che siamo cresciuti negli '80/'90 ammazzeremmo la gente per strada utilizzando mosse di Hokuto convinti di farli esplodere dopo 3 secondi...
      Io lo faccio da sempre. Non si poteva...?
      Ultima modifica di synapsy; 28-06-2011, 18:18.

    • Cthulhu
      #14
      Cthulhu ha commentato
      Modifica di un commento
      Io lo faccio da sempre. Non si poteva...?
      Se riesci a farli esplodere dopo 3 secondi ve bene, vuol dire che usi il 100% del cervello, a condizione che tu faccia il tre alla giapponese.

    • synapsy
      #15
      synapsy ha commentato
      Modifica di un commento
      Originariamente inviato da Cthulhu
      Se riesci a farli esplodere dopo 3 secondi ve bene, vuol dire che usi il 100% del cervello, a condizione che tu faccia il tre alla giapponese.
      Ichi, ni, san...

    • Cthulhu
      #16
      Cthulhu ha commentato
      Modifica di un commento
      Ahahahaah intendevo il conto con le tre dita

    • Musashi
      #17
      Musashi ha commentato
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      Io sono d'accordo in linea di massima con Cthulhu, perché se è vero che un discreto controllo da parte delle autorità preposte dev'esserci, ponendo restrizioni e censure ragionevoli in base al tipo di prodotto e al pubblico al quale è indirizzato, è pur vero, altresì, che un ragazzo cresciuto in una famiglia sana e con saldi principi alle spalle, nonché una certa cultura di riferimento dalla quale attingere per cogliere le differenze fra il giusto e lo sbagliato, il bene e il male, potrà solo trattare i videogiochi "violenti" per quel che sono realmente: un contesto e un mondo virtuale nel quale divertirsi a "cazzeggiare".

      Ricordo, ai tempi di TGM, la polemica sterile e patetica sul famoso gioco Technocop, divenuto in verità famoso in seguito alla polemica, accusato di violenza eccessiva (corpi squartati dai colpi d'arma da fuoco e sangue a iosa), che alla fine si è dimostrata un polverone sollevato ad arte per fare un po' di rumore e null'altro. E' vero che il fotorealismo non è da sottovalutare, e ci mancherebbe altro, ma quando ero piccolo di giochi, film e roba violenta ce n'era in quantità industriale, eppure non ho mai e poi mai confuso la realtà con la finzione, proprio perché mi sono stati insegnati determinati principi, ho sempre avuto una certa intelligenza, se la possiamo definire tale, per distinguere e discernere determinate situazioni.
      Come tutti voi credo, né più né meno, anche se in modi magari diversi per ognuno di noi .
      In fin dei conti, secondo me, il videogioco rimane la conseguenza, non la causa.
      Se il pazzo di turno, per capirci quello che andrà a scuola con un fucile per fare una strage, poco prima giocava a un FPS, questa non è di certo un'equazione secondo la quale al videogioco corrisponderà un intento omicida, ma la causa sarà probabilmente la sua follia e non ultima la società, l'ambiente nel quale è cresciuto, con tutti i problemi annessi e connessi. E' un'alchimia troppo complessa ed elaborata per ridurre il tutto al problema derivante unicamente dal videogioco. E' un modo, ahimè tipicamente americano (id est ipocrita, ma non solo americano naturalmente), di scaricare le pesantissime responsabilità di una società su altri fattori che in fin dei conti son figli di quella società malata.

      L'importante è che un gioco non sia inutilmente violento, come si diceva in un altro messaggio, ma che sia tutto contestualizzato e attinente alla storia (vedi Cod 1 e 2 nella modalità storia, che a me piacciono molto, per citare un buon esempio di "violenza" coerente col racconto o il tema trattato).
      Se, ad esempio, gioco a GTA e causo morte e devastazione per la città facendo saltare in aria 200 auto ad un incrocio, la cosa può solo farmi sorridere perché è palesemente resa in chiave comica.
      Se i ragazzi guardavano i film di Jason, Venerdì 13, e ora giocano a God of War con sangue che sprizza qua e là, il problema sta solo nella qualità del gioco e nella sua sostanza.
      E' pur ovvio che un ragazzo - nell'articolo si parla anche di bambini e in quel caso penso che il discorso sia diverso, perché ci vuole maggiore attenzione, mentre io parlo di ragazzi già di una certa età e capaci di intendere e scegliere -, soprattutto in età adolescenziale, debba avere tanti interessi (sport, amici, ragazze ecc.) e fra questi il videogioco dev'essere un qualcosa di complementare, una valvola di sfogo, una fonte di divertimento, un modo per stare anche con gli amici (se si vuol giocare online, ma anche trovandosi a casa per fare qualche partita in compagnia) e tutto il resto, senza farsi dominare dal gioco, ma trattandolo come tale: una macchina che accendi e spegni quando ti pare e piace. I genitori e la famiglia sono importantissimi, come lo sono in qualsiasi situazione della vita, quindi non vedo perché giochi o film o cartoni animati e così via dovrebbero fare eccezione.
      La società odierna è un coacervo di idee aberranti e confuse, basata sull'immagine e sulla violenza spicciola (non è sempre così, ma spesso e volentieri purtroppo lo è), perciò anche i videogiochi non fanno altro che rappresentare questi molteplici aspetti. Dice bene Bert, quando afferma che la violenza te la propinano in tutte le salse, soprattutto quella sottile e psicologica basata sull'ostentazione dell'immagine (mostrare corpi femminili in perfetta forma a ragazze che non potranno mai essere in quel modo e facendole quasi sentire in colpa è una forma di violenza, peggiore di quella mostrata in modo dichiarato) ed è troppo comodo accusare il videogioco di una violenza la cui valenza viene dilatata a dismisura. Del resto non esiste nessuna prova scientifica per accusare i giochi di scatenare determinati istinti nelle persone, così il discorso rimane nella sfera del "loro se la cantano e loro se la suonano".

      Io, semmai, trovo certa violenza ormai davvero noiosa, sintomo di mancanza di idee e unico tema portante di certe porcherie; come in qualsiasi altro ambito, anche qui subentra l'assuefazione e con questa la noia. Le regole ci devono essere sempre, com'è giusto, ma tutta quest'ipocrisia la trovo patetica. Poi, insomma, la mente umana è un labirinto, non sai mai di cosa è capace un individuo, magari cresciuto benissimo e apparentemente senza problemi, se un giorno si alzerà e darà i numeri ammazzando chi gli capiterà a tiro. Cervello che vai, usanze che trovi.

      P.s.: ehm... non mi son reso conto di aver scritto troppo... a tratti mi sono "Crepetizzato". Chiedo venia.
      Ultima modifica di Musashi; 28-06-2011, 20:11.
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