
Premettiamo una cosa: probabilmente non c'è da preoccuparsi ed il 1983 continuerà a rimanere un anno molto lontano.
Ciononostante, il mercato dei videogiochi ha messo a segno rispetto a Maggio 2010 un passivo del -14% che lo ha riportato indietro nel tempo, precisamente al 2006, prima dell'inizio del fenomeno casual.
A parte la grande implosione del mercato ad inizio anni Ottanta, non è mai capitato che i videogiochi retrocedessero. Le risposte non sono facili da trovare ed è probabile che ci sia un concorso di colpe.
Una spiegazione potrebbe arrivare dalla penuria di novità che interessa i videogiochi in generale, sempre più legati a marchi noti, sempre più simili a sé stessi ed incapaci di rinnovare l'interesse del pubblico, proponendo prodotti sempre più generici e paradossalmente meno interessanti. Un altro motivo certamente risiede nella stasi della Wii, il cui pubblico spesso si limita ad accontentarsi dei giochi ricevuti in bundle con la macchina, anche a causa di una modestissima quantità di titoli lanciati sul mercato rispetto a qualche tempo fa.
E' vero, siamo anche all'alba di una nuova generazione per le macchine portatili mentre si avvicina anche la staffetta con quelle da salotto, ma se sono stati registrati oltre 120 milioni di dollari in meno nelle vendite rispetto allo stesso mese del 2010 nonostante le moltissime copie vendute da LA Noire, vuol dire che c'è davvero qualcosa che non va.
LINK
Un pò perchè niente in natura può crescere all'infinito, in particolare poi se consideriamo le economie di mercato.
I pattern dei fenomeni fisici sono sempre delle gaussiane (ad una fase di ascensione più o meno lunga, segue un picco massimo per poi insesorabilmente incominciare la discesa).
Quindi questa diminuzione può essere considerata "fisiologica" in un certo qual modo.
Oltre a ciò a mio parere le motivazioni del crollo sono molto simili a quelle che causarono la crisi dell' ottantatrè: sovrabbondanza di prodotti di scarsa/scarsissima qualità, prezzi di sviluppo troppo elevati che hanno portato a preferire la re-iterazione infinita del "prodotto" in serie di cloni, upgrade, re-make ma sempre dello stesso medesimo gioco, scarsa o nulla volontà e/o capacità di sfruttare la potenza della tecnologia disponibile in modo innovativo e intrigante, giochi sempre meno stimolanti e iper-semplificati con aiuti, tutorials, suggerimenti in-game etc etc.
Tutto ciò ha portato ad un'apatia e un' assuefazione rispetto al mezzo che in defintiva ha causato questo crollo del mercato.
C'è da preoccuparsi?
Non credo ! Come dice Bert
Sarebbe l'ora di riazzerare tutto il mercato dei videogiochi mi pare saturo e rilanciare qualcosa di veramente rivoluzionario (forse sto esagerando), vedremo come andrà in futuro
Sono contento che sia arrivata la crisi, perché sono questi periodi che fanno nascere idee nuove e migliori.
Il videogioco invece di evolversi verso una maturità concettuale e espressiva (avvicinandosi al cinema, alla letteratura, alla "complessità" dell'espressione artistica in generale, ampliando e espandendosi si è invece visto avvitarsi su se stesso in modo sempre più banale, ritornando ad essere quello che fu agli albori della sua nascita: un semplice "passatempo" (si qui stò accusando in modo diretto Nintendo e la sua scellerata decisione di inseguire il "casul" market).
In natura tutto ciò che non "evolve" si estingue. ;-)
In sostanza ha adottato una strategia molto diversa dalla concorrenza e basata sulla ricerca di una nuova categoria di utenti, sull'adozione di un approccio più lineare, amichevole, diciamo pure "più basilare" all'intrattenimento videoludico.
La grande N avrebbe anche potuto seguire Sony e Microsoft sulla stessa strada? Sicuramente! Ma la strada sarebbe stata in ripida salita. Così, la dirigenza Nintendo, ha puntato su un'offerta ludica diversa e un controller che garantisse una netta rottura con il passato (più che avventurarsi nello scontro frontale ha aggirato l'ostacolo).
I risultati commerciali hanno dato ragione alla grande N che ha totalizzato dei numeri ampiamente al di sopra di quelli che si sarebbero potuti ipotizzare tenendo conto delle specifiche tecniche dell'hardware e del relativo gap tra Wii e console HD.
Ora però sarà difficile per la Nintendo proporre ancora una volta con il Wii U qualcosa che, in ossequio alle aspettative del pubblico, possa vantare delle caratteristiche potenzialmente "alternative".
La Wii avrebbe causato i presupposti della crisi? Non credo... a meno che il fatto di aver ampliato la base d'utenza e venduto di conseguenza non abbia sollevato un'"asticella commerciale" che poi è stata mantenuta ad una certa altezza dalla stessa Nintendo... e così, dal momento che la stessa grande N si appresta a vivere una fase di transizione (anche un po' travagliata -almeno nei primi mesi di vita- come nel caso del 3DS), questa asticella si è significativamente abbassata.
Secondo me si tratta, per l'appunto, di una fase di passaggio che si caratterizza per una contrazione più vistosa anche a causa dei riflessi della crisi globale che, pur in netto ritardo, si fanno sentire anche nel comparto videoludico.
A mio avviso non si sta assistendo ad una crisi di fiducia nel videogioco in sè... i videogames sono prodotti di intrattenimento di vario genere e livello realizzati allo scopo di divertire una determinata categoria di utenti per un certo periodo... non hanno dunque il "compito" di suscitare fiducia.
Oggi come oggi, con tutti i video e le review che si possono leggere chi compra ha un'idea abbastanza precisa dell'articolo che sta acquistando e non ha granchè bisogno di contare sulla fiducia preliminare nei confronti del prodotto o dello sviluppatore.
Personalmente quando entro in un Gamestop mi sembra di essere un "intruso" e/o un alieno ((tanto per restare in tema ) : stuole di ragazzini che cercano l'ultimo FIFA, quando va bene oppure madri e padri con bambinetto al seguito che vuole il gioco per "Nintendo"...
Non conoscono nemmeno il nome del gioco, basta che che abbia la scatolina bianca e ci sia scritto Nintendo sopra. Punto. Nella scatola ci potrebbe essere benissimo una cipolla: venderebbe comunque perchè sarebbe una cipolla Nintendo !
Nintendo ha creduto di ampliare il mercato (e i risulati economici le hanno dato ragione fino ad un certo punto, ma è stata una strategia MIOPE e che ha combinato DANNI DEVASTANTI al mercato in generale).
Ci hanno raccontato (e molti di noi ci hanno pure creduto) che il mass market era cosa buona e giusta, che i casul gamer avrebbero capito, sarebbero stati educati e pronti a fare il grande passo abbracciando la "vera" fede
Al casual gamer non importa una cippa il videogiocare, al casual gamer importa la moda, il trend, l'ultimisso gingillo per trastullarsi...a la page.
Finito l'effetto novità e saturato il mercato, l'unica alternativa è una bella e sana crisi !
Sony e Microsoft sembrano essere attrezzati meglio per sopravvivere (ma nemmeno tanto poi, visto che anche su queste console si vedono oramai sempre e solo le stesse robe: seguiti, prequel, upgrade, versioni speciali etc etc dsempre e degli stessi franchise) ma Nintendo sembra pagare (e lo si vede dalla confusione che regan al lancio dei loro nuovi prodotti): hanno scelto di deviare della strada maestra per infilarsi in un vialone diperiferia, all'apparenza ampio e libero da ostacoli ma che non porta da nessuna parte !
Il punto è che purtroppo (e per la gran parte direi, ma non esclusivamente) il videogioco è sempre visto come un semplice "gioco" per bambini.
Perfino i negozi sono strutturati in modo da avere i bambini come target principale, e questo è un problema SERIO in tempi di crisi economica in generale.
Se, e di a malincuore, SE il mondo dei videogiochi si fosse evoluto, SE fosse diventato realmente più "maturo", se il target principale non fossero i bambini dai 6 ai 16 anni, in definitiva se il videogiocare fosse diventato (e fino ad un certo punto lo stava facendo) più un'ulteriore spesa categorizzabile nel settore "cultura e spettacolo" (come cinema, libri, concerti etc etc) le cose sarebbero BEN diverse.
Invece Nintendo (e a ruota tutti gli altri) ha preferito continuare a puntare su stelline, arcobaleni, funghetti e via dicendo, e censurando ed eliminando sistematicamente ogni tematica un minimo più "complessa" e/o "adulta" relegando il videogioco al semplice "giochetto per bambini".
In tempi di crisi non è il bambino/ragazzino a decidere su cosa spendere i suoi soldi (perchè di soldi da spendere non ne ha affatto ! ) ma i suoi genitori e se c'è qualcosa da tagliare nel bilancio familiare i primi a farne le spese sono proprio i "giochini" del bambino (in particolare se questi giochilli costano diverse decine di euro alla volta) !
Il fattore moda, com'è del tutto normale, incide molto nel settore dell'intrattenimento. Si tratta di un fenomeno che prescinde dalla marca di riferimento, di un quid che viene attivamente ricercato dal publisher per il semplice motivo che il prodotto trendy è un prodotto commercialmente vincente.
Ma questo non significa che la maggior parte degli acquirenti non conoscano le caratteristiche di ciò che comprano. Oggi come oggi è possibile sapere moltissimo su un prodotto prima di metterlo sul nostro scaffale. Che esistano dei consumatori che acquistano senza informarsi è assolutamente vero, ma questi utenti, non essendo necessariamente legati ad un determinato hardware (ad esempio FIFA è multisistema, diversi first-person shooter e i rhythm game idem...), sono sempre esistiti e sempre esisteranno.
Per quanto riguarda la Nintendo, essa non ha la "colpa" della crisi, anzi... ha il merito dell'espansione di mercato (e relativo fatturato) verificatasi prima dell'attuale contrazione. Se la Nintendo, operando delle scelte che si sono rivelate commercialmente azzeccate, non avesse individuato un nuovo pubblico, il settore videoludico non avrebbe fatto registrare le cifre che si sono viste negli scorsi anni (con benefici di riflesso per Sony e Microsoft che, non ha caso, hanno anche messo in campo PS Move e Kinect per provare ad intercettare quel nuovo settore di mercato meritoriamente valorizzato dalla grande N).
Ovvio però che tutto ciò che sale prima o poi scende... e questo, per l'appunto, sta avvenendo. Il mercato sta subendo una contrazione, ma se la Nintendo non avesse adottato la sua peculiare strategia, l'indotto videoludico non avrebbe probabilmente goduto degli stessi livelli di floridità manifestati negli anni scorsi.
Nessun timore, comunque: avremo comunque la nostra dose di casual games (un pò scremati, certo), ed i seguiti dei seguiti...
La "crisi" di Nintendo dà comunque da pensare...resterà da vedere se la PS Vita riuscirà a fare di meglio del 3DS, oppure avrà la sua stessa partenza lenta!
La nuova generazione di console potrebbe avere comunque una vita mooolto difficile!
Certamente, la facoltà di "Economia e Commercio" potrebbe sicuramente indurre a molteplici ragionamenti con cui esprimere le proprie concrete opinioni sui fatti, ma nel mio caso esporrò ciò che penso con il mio usuale vocabolario da "cavernicolo vissuto"...
Se l'epilogo della ripercussione economica di questa crisi del videogame (che, ragazzi miei, è assai BEN diversa da quella dell'83, che ,peraltro, qui da noi non causò il benchè minimo problema finanziario...) fosse di "far girare" più soldi nei settori che effettivamente trainano l'economia mondiale allora non potrei essere più CONTENTO !
Al solito esagerato "Nostradamus-Bert" (le "App" per gli smartphone non sono solamente videogiochi...) stavolta non tirerei una badilata sulle gengive perchè credo proprio che abbia ragione !
punti dove il video gioco è venduto , senza vergona di essere targettato BAMBINO TROPPO SCRESCIUTO , a audulti e bambini indstintamente
posti dve si puo' trovare anche le ante prime o dove spesso vengono fatti eventi per promuovere i video giochi
da noi ( ma in generale in europa ... piu o meno ) non ci sono
anzi
se un "ebete" se giochi un "NON ADULTO" una persona da vedere con diffidenza
è cosi è un dato di fatto
pero' in questi ultimi anni le cose stanno ,lentamente ma MOLTO lentamente , cambiando
negozi specializati stanno nascendo , non sono belli ma ci sono , e la opignone publica sta cambiando
il merito va anche alla NINTENDO che ha fatto con la Wii una MODA
una visione diversa del giocatore
ma sopratutto ha inventato , iniziando gia in modo massiccio con il CUBO , i party games
sono giochi che hanno sensaltro allargato i confini e il mercato in modo esponenziale
purtroppo ogni bel gioco dura poco ....
ora la nintendo non riesce piu a vendere questo tipo di prodottto come qualche mese fà e le ragioni possono anche essere che si sono stufati ...
però va anche detto che questa generazione di macchine è stato tirato sino all'esaurimento e la gente ha volgia di roba nuova , e questo poco importa che siano le stesse macchina ma solo cambiate di guscio .
probabilmente con l'avvento della nuova macchina nintendo tutto questo ricomincierà , forse per sempre ... probabilemnte no .. vedremo .
certo è che noi siamo giocatori VERI ... non CASUAL GAMERS ... no COSCIOTTI GAMERS ... NO IDIOTI GAMERS
noi siamo di gusti difficili e raffinati ...
un party games mi diverte 15 minuti SECCHI
noi siamo rimasti un poco delusi dal mercato ma questi va dove ci sono soldi
purtroppo va dove ci sono i COSCIOTTI GAMES ecc ecc ecc ..
noi siamo cresciuti come numero ma non facciamo il grosso del mercato
SE i COSCIOTTI GAMERS ecc spariscono ..... ecco la flessione del mercato che avanza
MAC
avatar di BERT non è LUI!!!!!!!
hheehhe
Come mai allora il genere umano è ancora qui ?
L'evoluzione delle specie è un fenomeno che si misura sulla scala dei milioni di anni, un tempo lunghissimo e inconcepibile rispetto alla vita umaa che si misura invece in appena qualche manciata decine di anni, e che quindi non può rendersi conto dell'evoluzione in atto.
Comunque la si pensi bisogna dire che in questa discussione "si vola alto"
Per quanto riguarda l'evoluzione della specie umana... ogni volta che ci penso ricordo una battuta letta in un Dylan Dog di parecchi anni fa (sicuramente scopiazzata da qualche parte):
- [in riferimento a contatti con una civiltà aliena] Abbiamo trovato un'altra forma di vita intelligente!
- E perchè... quale sarebbe la prima?
Ma, a tutti gli effetti, l'evoluzione del videogame (o anche, più in generale, della tecnologia) la si è vista in una misera manciata di anni, tempo assai inferiore a quella già enunciata "manciata di decine di anni"...
Ed in un tempo così "breve", ECCOME se ci si accorge dell'evoluzione !!!
A parer mio è un' erroraccio madornale considerare l'affermazione "Ciò che non si evolve si estingue" attinente all'universo del videogame. Sarebbe come dire che programmare OGGI uno ZX Spectrum equivarrebbe in "termini paleontologici" (e non escludo che sia corretto anche il rapporto temporale... 2 decine contro qualche milionata d'anni) all'insegnare ad un Australopiteco a guidare un'autovettura !
Abbiamo il programmatore e abbiamo lo ZX; abbiamo l'autovettura... e l'austrolpiteco invece non ce l'abbiamo proprio, se non (FORSE) in forma fossile...
Pochi soldi in tasca , giochi sempre più costosi e pallosi ,spesso con seguiti e remake dello stesso brand per anni.
Nessuna casa produttrice investe su nuovi titoli ed esperienze ludiche ,per paura di flop commerciali...c'è il mercato redditizio dell'usato e il collezionismo è morto.
Questa è l'evoluzione del mercato consumistico ...fate un pò voi.
A mio modo di vedere, la Nintendo ha avuto un'influenza rilevante sui buoni numeri fatti registrare dal mercato videoludico negli scorsi anni.
Sono stati proprio i successi conseguiti dalla grande N a far sì che l'indotto videogiochistico non solo non risentisse della crisi globale, ma andasse anche in controtendenza.
Forse si è trattato di un processo effimero, di una floridità temporanea destinata a "sgonfiarsi" in tempi relativamente brevi (come gli ultimi dati sembrerebbero evidenziare)... ma non c'è da stupirsene visto che l"effimero" è il campo di gioco dei videogames, settore magmatico per eccellenza.
E' poi ovvio che nessun sviluppatore possa affidarsi a lungo su un solo genere di prodotti contando che questi continuino a "tirare" senza avere momenti di fiacca o vicissitudini negative indotte dal fluttuare delle mode (poichè quest'ultimo fattore ha un peso imprescindibile ne settore dell'intrattenimento).
Dunque è saggio essere lungimiranti e differenziare la propria produzione articolandola in varie categorie videoludiche... chi non si è regolato così ha senz'altro dovuto subire grosse perdite che può solo imputare alla propria scarsa flessibilità.
Esempi di eccessiva quanto deleteria specializzazione in un determinato genere non riguardano peraltro il solo mercato Wii, ma anche i music games che hanno visto "arenarsi" serie multiformato di grande successo, salvo un parziale rinnovo del settore che si è basato sui motion controller premiando i soli Just Dance e Dance Central.
Probabile che la crisi, precedentemente "ammortizzata" con il decisivo contributo della Nintendo, stia infine presentando il conto anche all'indotto videogiochistico... ma, secondo me, non è certo un caso che la maggiore vulnerabilità del mercato coincida con il cambio di generazione della Nintendo (al momento non agevole nel caso del 3DS e piuttosto "nebuloso" nel caso del Wii U) e, in prospettiva, con la possibile staffetta generazionale di Microsoft.