E lo fa sempre al Game Developer Conference e la cosa più bella è che, da vero artista quale è, non ne approfitta per pubblicità o spavalderia, ma solo per raccontare dei gustosi retroscena sul suo capolavoro.

In pratica, Another World ha avuto uno sviluppo solo nelle sue prime edizioni per computer europei. Chahi era libero di fare quel che voleva, anche di disegnare la cover del gioco che, abbiamo scoperto, raffigura egli stesso, solo con piccole modifiche come i capelli rossi, utili per far risaltare il protagonista sui fondali di gioco e per non immaginarsi troppo direttamente ucciso in mille modi.

Quando il gioco è passato a publisher più grossi per la pubblicazione sulle console sono cominciati i guai. Prima hanno cominciato con la censura ed infatti alcune scene d'intermezzo in cui c'erano delle donne aliene parzialmente svestite sono scomparse, poi con la cover, che intendevano sostituire con qualcosa di più convenzionale per fortuna senza riuscirci. La Virgin ha chiesto a Chahi anche di intervenire sul gameplay in maniera pesante, allungando il gioco, rendendolo più difficile e, soprattutto, trasformandolo in un'avventura punta e clicca! Il coder ammette di essere stato fortemente tentato da queste prospettive, ma poi è stato costretto a rinunciarci per la mole di lavoro richiesta dalle modifiche.

Il contrasto più divertente, però, c'è stato con la Interplay che era in procinto di sostituire la musica del gioco. Non c'era più dialogo ormai tra publisher e designer e la cosa ha imbestialito Chahi che è partito con una guerra via fax. Dato che la Interplay lo stava bellamente ignorando, il francese è passato ai metodi duri, inventandosi il "fax infinito", in pratica una serie di fogli attaccati in circolo da un nastro adesivo con su scritto "don't change the music!". E' riuscito ad intasare del tutto la linea telefonica della Interplay, la quale, grazie alla mediazione della Delphine, ha dovuto desistere...

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