Vent'anni fa si parlava di lui come il genio dietro SimCity, dieci anni fa dell'innovatore dietro The Sims, oggi di un grande in piena crisi di idee, dopo il mezzo passo falso (critico e non commerciale) di Spore e un allontanamento parziale dal mondo dei videogames.
Oggi Will Wright dice: "I giochi non sono il medium giusto per raccontare storie".
Meglio contestualizzare parlando di cosa sta per fare oggi Will Wright: originale come sempre, si sta lanciando in una nuova avventura, stavolta per la TV, per la quale sta mettendo a punto un programma in cui il pubblico, votando, cambia la progressione della storia.
Nonostante la lunghissima carriera videoludica alle sue spalle, Wright non è un esperto di sceneggiature: tutti i suoi giochi ne fanno a meno, creando essi stessi un contesto narrativo, per quanto elementare e solamente funzionale al gameplay. Questo non gli ha impedito di sfornare alcuni tra i migliori titoli della storia.
Non ha mai inserito una trama nei suoi giochi ed oggi dice che non crede che sia possibile farlo per bene. Forse non si è mai emozionato con un pad in mano, non si è mai divertito con le battute di un'avventura grafica, non si è mai sentito "dentro" una guerra. Sostiene di aver giocato prodotti con una storia importante, ma che non gli sono piaciuti.
Qual'è la vostra opinione?
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i VG anche se li accomuniamo in un unico medium, fatto di interfaccia video e comandi, sono estremamente diversi, esiste Tetris come esiste Monkey Island.
Ma mentre il primo è un video-gioco, il secondo è più simile a un racconto a bivi.
Probabilmente Wright, ritiene che la prima formula sia la vera essenza del Vg, mentre per raccontare una storia un film, un libro o una serie tv siano il mezzo ideale.
Forse io non sono così categorico, ma è uno spunto di riflessione.
Se poi Wright ha avuto la sfortuna di provare dei titoli il cui plot narrativo non rientra nei suoi gusti... questo è essenzialmente un suo problema.
Una rilevante impronta narrativa non costituisce di per sè uno "svantaggio", anzi... in determinati generi tende ad essere un valore aggiunto... a meno che la storia non arrivi a fagocitare, svalorizzare o ridurre ai minimi termini l'elemento videoludico... in quest'ultimo caso è preferibile orientarsi su un film o su un romanzo.
La risposta di Wright nasce dal suo abbandono (almeno temporaneo) dei videogiochi: sta evolvendo il concetto di "storia" in un format TV in cui la sceneggiatura sarà decisa dai protagonisti.
In poche parole, Wright sta cercando per la prima volta di raccontare una storia vera, anche se a modo suo. Non lo ha voluto fare nei videogiochi (dove il concetto di storia personalizzabile esiste da tempo, la Bioware ci ha costruito quasi tutti i suoi giochi) perché non trova adatto il medium, vedendo piuttosto meglio la televisione.
Io, onestamente, non sono d'accordo. Credo sia difficile farlo, ma nei videogiochi le trame articolate funzionano benissimo, basti pensare a Mass Effect o Heavy Rain, senza contare giochi più "anziani" come Metal Gear Solid, Sanitarium e infiniti altri.
Anche quando la trama è accessoria, per esempio in Command & Conquer, può essere un plus notevole se supportata da intermezzi filmati e trovate stimolanti.
Non dimentichiamoci che in sala giochi spendevamo fortune per vedere tutti i finali di Street Fighter 2...
Questa affermazione non la condivido assolutamente, massimo rispetto che la sua opinione, ma il VG è un medium che può benissimo raccontare una storia (anche se non sempre necessario), divertente, emozionante, complessa, coinvolgendo come e se non di più di un film o un libro, visto che il videogiocatore è anche "attivo" nello svolgimento!
I giochi di WW personalmente non mi attirano molto più ormai, preferisco altro, ma non metto in dubbio la sua qualità di game designer, anzi, spero che torni nel settore VG e crei altre chicche col suo geniale talento, per gli appassionati del genere!
Sto giocando proprio in questi giorni a Sanitarium e posso dire che questo è un esempio evidente della potenza narrativa del medium videoludico, che può essere anche superiore a quella di altri media (non so se la storia di Sanitarium mi avrebbe preso così tanto se si fosse trattato di un film...). Metal gear solid, i vecchi Final fantasy, Heavy rain hanno tutti come cuore pulsante una storia e grazie soprattutto ad essa sono rimasti nei cuori di milioni di persone in tutto il mondo (altrimenti Final fantasy sarebbe una sequela di battaglie casuali senza senso, Metal gear un prontuario di combattimenti e azioni stealth e null'altro e Heavy rain, beh, toglietegli la trama e gli togliete tutto, discorso che del resto vale per ogni avventura grafica, genere videoludico fra i più apprezzati, anche se sfortunatamente un pò in declino negli ultimi anni).
Impossibile non riconoscere che Wright ha avuto alcune intuizioni geniali, ma il suo modo di concepire il videogioco è più o meno agli antipodi del mio; sono sicuro comunque che non avrà problemi a farsene una ragione, dall'alto delle milionate di copie vendute dai suoi simulatori di... minchi@te
Ciò detto, tale affermazione fatta da uno che coi suoi giochi non ha mai cercato di raccontare alcunché mi sembra un capolavoro di inutilità.