Ricordo quando ero ragazzino il pellegrinare con i vari amici in giro per le varie sale giochi, bar o circoli o quello che potevano essere (alcuni posti non si capiva bene cosa fossero) alla ricerca di nuovi giochi. Era un modo per non star li a giocare sempre lo stesso titolo che avevamo imparato a memoria. Erano dei momenti emozionanti. Forse è difficile da spiegare a chi è nato con internet, ma il mondo dei videogiochi era ancora acerbo, le informazioni non erano proprio alla portata di tutti come adesso e per dei ragazzini era tutto un mondo enorme e inesplorato, fatto di leggendari videogames da scoprire.
In questo pellegrinare mi innamoravo. Si, mi innamoravo letteralmente dei videogame. Pacman e il suo livello blu elettrico, Circus Charlie e i suoi colori, Double Dragon che mi stregò letteralmente, non so spiegarvelo: mi sembrava magico, forse il primo picchiaduro a scorrimento che ebbi modo di giocare (era vicino alla pasticceria nella quale mio padre mi mandava a comprare i pasticcini della domenica). Arrivò Wrestletfest, Final Fight, Street Fighter 2, Metal Slug e tanti altri. È inutile girarci intorno, le console e gli home computer a casa erano belli oggetti, affascinanti, ma quello che si trovava nelle sale giochi, specie tecnicamente, era qualcosa di irraggiungibile, Un sogno. E allora si fantasticava: "Sai che bello sarebbe avere il coinop di Street Fighter 2 a casa?!". Credo che molti di voi, che state leggendo queste righe, siate stati dei sognatori come me e che nel vostro cuore abbiate sempre immaginato una vostra casa dove in bella mostra ci fosse un grosso coin op con il gioco preferito.
Tutta sta pappardella, per dirvi che alla fine ho cercato anche io con gli anni di cercare di soddisfare questo ancestrale desiderio: all'inizio era l'alba degli emulatori, il mitico MAME e la possibilità di avere una caterva di coinop virtualizzati nel PC. Pura magia. E quindi giù di partite a tutto quello che non si è mai finito perchè al massimo quando eri piccolo avevi giusto i soldi per 3/4 gettoni. O eri un mostro oppure vedevi sempre i primi due stages. La tastiera non era il massimo e quindi si affiancò il joypad. Per un "consolaro" come me poteva essere un giusto compromesso, ma in realtà mancava il feeling. Allora dopo molti anni joypaddiani, ho comprato un bell'arcade stick. Il suo feeling con i vari giochi della mia infanzia era perfetto, eppure mancava sempre qualcosa. Alla fine mi sono accontentato dell’ultima configurazione fino a quando nel mio consultare quotidiano di faccia libro becco un post del mio amico di retrogaming Alessandro (che ha scritto anche qualche articolo per RH) dove mostrava un bel bartop e la sua soddisfazione. Incuriosito lo contattai per sapere più che altro quanto avesse speso. In realtà il suo bartop fa parte di un progetto a “quattro mani” con un altro ragazzo, Andrea alias Re-Art, che restaura mobili e ha avuto anche l’idea di mettere a disposizione la sua arte anche nel mondo dei videogiochi. Lui fa il mobile, Alessandro la parte di configurazione della macchina. Vado a casa di Alessandro a visionare il Bartop. Ci divertiamo. Voglio il bartop.
Onestamente all’inizio ho titubato. Non ho molto spazio in casa. Ma la voglia di fare l’ulteriore passo verso il mio piccolo sogno e il mio passato da giocatore di Tetris ha preso il sopravvento e con estro ho giocato con lo spostamento dei mobili finché non ho trovato “l’angolino sala giochi”.
Ordinato il bartop, è stata una gradita sorpresa il constatare che per alleviare l’attesa il buon Andrea mi mandasse ciclicamente foto del work in progress dei lavori. Ti senti partecipe. Alla fina dopo circa un mesetto il bartop è qui vicino al mio PC e devo dire che il lavoro finale non è niente male. Sia chiaro il mio l’ho fatto costruire più semplice possibile (potete vedere delle foto sparse qua e là per l’articolo) non mi piacciono le pacchinate, ma credo che non sia un problema per loro fare qualcosa di più complesso. Il bartop si presenta solido e monta un LCD, ha due postazioni con 8 tasti ciascuno per giocare più due per l’insert coin e start. Per far girare i giochi c’è la versatilissima Raspberry pi3 con Retropie configurato con i giochi MAME e NeoGeo (gli unici che mi interessassero) più le console tra le quali cito PSX, SNES e Mega Drive con una gradevole grafica stile Workbench Amiga. Se siete curiosi qui la pagina FB dove contattarli e visionare un po’ di lavori. Se siete di Torino e dintorni potrebbe essere un buon modo per soddisfare come me il piccolo sogno del coinop “a casa come al bar”. Perché, non so voi, adesso mi sento come quel bambino che andava a pellegrinare per bar e malfamate sale giochi alla ricerca del nuovo gioco da raccontare agli amici.
Non vi nego, sarà l’effetto novità, ma anche finire per l’ennesima volta Sunset Riders giocandolo con il bartop ha un altro sapore. Vero anche che si può fare di meglio: chessò avere un cabinato vero con il CRT, la gettoniera (le 200 lire, sono figlio di quel tempo) e anche la puzza di sigarette e il rumore di flipper in sottofondo (e perché no anche il bullo che ti “chiede” il gettone), ma sarà il prossimo step, una cosa per volta. Intanto mi godo questa nuova esperienza con grande entusiasmo. E voi che avete la pazienza di leggermi avete un coin op a casa? Mamecab o gioco originale? Da dove è partito il vostro sogno?
Adesso scusatemi, vado a finire Cadillacs and Dinosaurs.
Io ho optato per una slot modificata con CRT da 15" pollici con connettore Jamma ,dove inserisco le mie schede preferite...è verò gioco pure io all'infinito ,perché la gettoniera era rotta e difficile da riparare ,però è un altra cosa rispetto ad un LCD.
Sono anni che vorrei costruirmi un mamecab, ma alla fine so che lo userei poco, e non saprei bene nemmeno dove collocarlo...dovrei mettere a posto la cantina e farmi una sala giochi tutta mia, ma i soldi son quelli che sono!
Nel frattempo non mi resta che consolarmi e giocare le vecchie glorie sulla mia PS Vita o su PC come faccio da quasi 20 anni, ormai!