E’ da tre anni e mezzo che ho fondato RH, una passione per il gioco che fu, condivisa con molti di noi, soprattutto lo staff. All’inizio giocare con i retro(video)giochi e parlarne in un sito era un modo per sentirsi un po’ in quegli anni, come quando ascolti una vecchia canzone, annusi un profumo particolare o assaggi un piatto che preparava tua madre quando eri piccolo. Un viaggio nel tempo, preso da nostalgia , un videogioco come buco-spazio-tempo. Più però sono andato avanti, più ho conosciuto persone con cui confrontarmi (una manna, prima di RH mi confrontavo solo con i mie fratelli Snake e Rob.) ho iniziato seriamente a pensare che chi gioca con i vecchi videogiochi e non disdegna quelli nuovi anzi, lo fa non solo per l’aspetto nostalgico, ma perchè è un vero Videogiocatore. The Real Videogamer direbbero gli anglofoni. Si perchè, se ci pensate bene, coloro che hanno il pregio di apprezzare un’opera indipendentemente dalla sua età, dal suo aspetto tecnico, dal concept, è un affamato di conoscenza videoludica. Mi sono reso conto che io, e penso molti miei amici/collaboratori, non giochiamo più per nostalgia o chissà quale motivo astratto e profondo ma semplicemente per conoscenza. Conoscenza del vecchio e del nuovo. Se fosse per me (e per le mie tasche) giocherei a tutti i videogiochi che vale la pena provare, indipendentemente dalla sua età, dal sistema sui cui “gira”. Per me sono tutti sullo stesso livello. Vi giuro che delle volte tocco apici di tristezza quando sento frasi del tipo che i videogiochi di adesso non hanno più lo stesso spirito di una volta o anche che un gioco per Atari Vcs ha una, testuali parole, grafica schifosa. Non è vero, secondo me. Sembra di sentire il nonno quando ti dice che si stava meglio quando si stava peggio. Perchè disdegnare la nuova generazione quando eravamo proprio noi quei bambini che non sognavano altro quello che ora abbiamo tra le mani? Perchè non scoprire il passato quando è proprio con quel passato che possiamo apprezzare e capire di più il presente? Lo so, i miei sono discorsi sconclusionati (sono il classico tipo dai discorsi sconclusionati, ma che ci volete fare, volevo rendervi partecipi) e per certi versi quasi ovvi ma meno scontati di quanto sembrino. Penso che ci vorrebbe più apertura mentale verso il nostro media preferito e non fermarsi alle proprie convinzioni. Di iniziare a scoprire un po’ la storia del videogioco, per quali titoli è passata e come si è evoluta e come continua ad evolversi, scoprire perle nascoste ai più, allontanando antipatie inutili e pregiudizi che secondo me sono solo degli ostacoli verso la totale comprensione del videogioco. Inutile odiare Mario e Nintendo, dire che Pitffall è troppo vecchio, che Metal Gear Solid 4 è solo un film che Microsoft è Microsoft e che Pong è ingiocabile, per essere dei Veri Videogiocatori bisogna apprezzare tutte le sfumature del videoludo mettendo sullo stesso piano il vecchio e in nuovo, anzi facendo proprio scomparire il concetto di retrogaming e nextgen, giocare non solo per divertimento ma anche per conoscere, al costo di provare una console (o home computer) che ci è proprio antipatica... Un po' retrogiocatore, un po' hardcore gamer, un po' casual. Tutto questo sempre secondo me...
Un virtual Saluto
Sandro "Sunstoppable" Prete
Ho sempre creduto che la nostalgia fosse un sentimento dolce ma fondamentalmente sbagliato, che distrae dal presente per darci rifugio, tanto nelle grandi tematiche della vita quanto nel piccolo dei videogiochi, è umana ed è giusto che ci sia. Nella giusta misura, però.
Spesso vedo che alcuni trattano il retrogaming come momento di nostalgia, appunto, o celebrazione, con molti ricordi personali e mitragliata di termini "importanti" per sottolineare la magnificenza di un videogioco, senza poi realmente trattarne gli aspetti. Ne abbiamo bisogno a 20-30 anni dall'uscita? Ogni tanto ci può stare, ma il retrogaming dovrebbe e dev'essere approfondimento, un'analisi odierna di un gioco vecchio.
Ogni cosa mette un mattoncino della storia videoludica, ognuno ci ricorda qualcosa ed è bello anche ascoltarlo, ma senza immalinconirci. E' vero che certe correnti come quelle del casual si fanno talvolta insistenti e fastidiose, ma sono un aspetto di un quadro molto ampio. Che dire allora della frizzante indie culture MOLTO vicina a quella dell'epoca Amiga e che oggi regala vere perle? L'avevamo persa e la distribuzione digitale ce l'ha riportata.
Ho giocato a Dragon Age, mi sono emozionato come un bambino e mi sono divertito tantissimo, poi sapete cos'ho pensato? Che era meglio Baldur's Gate 2. Ho preso Need for Speed e ho detto "altro che Test Drive!". Insomma, godiamoci i videogiochi vecchi e nuovi, affamiamoci di cultura videoludica, cerchiamo di capire questa nuova forma d'arte se tale vogliamo considerarla, ma soprattutto facciamo tutto questo OGGI.
Il retrogaming è una cosa moderna, come il videogaming in senso classico. Giocare è un verbo sempre uguale nel tempo.
Si recuperano i titoli del passato per rivivere in parte le emozioni che suscitarono un tempo con la consapevolezza che tali sensazioni non potranno mai essere le medesime poichè nel frattempo noi stessi siamo cambiati. Nostalgia come incentivo, dunque, e curiosità come veicolo per ricostruire "come andò e perchè", approfittando dello sguardo più ampio permesso dalla prospettiva "distante" (nel tempo) e della maggiore reperibilità delle informazioni consentita da internet.
Generalmente tendo ad evitare i confronti tra la generazione passata e la presente. Troppo difficile, infatti, avere un affidabile quadro d'insieme e poter tirare le somme tenendo conto dei diversisssimi hardware e a prescindere da gusti personali (che possono variare nel tempo), generi preferiti e fattore nostalgia che tende ad avvolgere di luce dorata molti titoli più "anziani".
Credo che l'aspetto più interessante consista nella (ri)scoperta... magari quella che il "vecchio" videogioco è meno "invecchiato" di quanto ci si aspetterebbe e forse è ancora divertente, rimane una fonte di emozioni ancora "viva" e capace di suscitarie degli stimoli che la new generation non riesce del tutto a fornire.
Per quanto riguarda le qualifiche e le gerarchie tra videogiocatori, non le ho mai prese in considerazione.
Secondo me il videogiocatore è "colui che videogioca ad un videogioco" (questa è un po' del tipo "rigore è quando arbitro fischia"... della serie "Bonjour, monsieur Lapalisse!")... che si divertano pure gli altri a classificare secondo i più disparati criteri il mare magnum dei gamers!
Anzi a volte giocare con le vecchie versioni, permettono di assaporare l'atmosfera e la possibilità di carpire quello che c'è dietro un gioco, o la sua filosofia di creazione ed evoluzione....un esempio: FallOut3....molti l'avranno giocato...e i primi FallOut chi li ha veramente giocati? :-)))
Parole sante.
Nuovo e vecchio.
Spesso manca il tempo e il danaro per il nuovo... anche per pigrizia ci si trastulla con il vecchio.
La nostaglia è fondamentale, ma a forza di rivangarli anche i ricordi si consumano e perdono un pò di mordente e significato....
Certo che i giochi di oggi sono quelli che avremmo sempre sognato (le varie ciofeche anni '80 sono presto dimenticate ma ce ne erano tante anche allora !).
Come per la musica e alcuni film o libri, alcuni videogiochi diventano parte della nostra cultura personale, e facciamo fatica a staccarcene, diventiamo "brontoloni" nei confronti del nuovo.
Insomma ognuno ha le sue piccole manie e passioni innocenti, quindi ad esempio focalizzarsi sul NES e rifiutare la PS3 ha un senso perchè ci si concentra su una nicchia. Forse bisognerebbe avere solo l'onestà intellettuale di ammettere che il nuovo non interessa (soggettivamente) senza pensare o sostenere che non sia interessante (oggettivamente).
Sono stato abbastanza profondo ?
Facciamo un piccolo confronto con ciò che è oggi considerato articolo "d'epoca" o "vintage" a che dir si voglia.
Ci sono sostenitori della "Fiat 500" del '57, così come ci sono quelli del "Vespa Club", ed ancora c'è chi ama possedere vecchie macchine per cucire come chi d'altro ha una collezione di vecchi francobolli !
Ora, un cinquecentista non disdegna di circolare per strada con una moderna, ecologica e "sicura" Audi A1, e così pure un vespista in sella ad uno Yamaha Xmax250. Impressioni non solo personali, ma date da gente che come me ha, in questo caso, una recondita passione per una delle auto-simbolo dell'Italia che fu, ma anche gente CONSAPEVOLE di trovarsi in un mondo differente da quello che era quando si potevano trovare "sotto il naso" tutte quelle cose per aver le quali oggi ci si fà in quattro !
Viceversa, PURTROPPO, c'è chi "gira" solo con la sua Audi A1 e disdegna il tizio che guida la Fiat 500 del '57, così come chi guida solamente uno Yamaha Xmax250 disdegna il Vespista !
Non mi dilungo troppo con metafore ed analogismi...
Il fatto di essere coerente con la mia idea di Retro-Video-Gaming mi spinge a dire che l'ideologia che ne sta alla base non sarà MAI eguale quella che "sostiene" il nextgen-video-gaming, o come altro si possa chiamare.
Un' ideologia alquanto PERSONALE, così come credo che in effetti sia il RetroGaming per ognuno di noi: un qualcosa di SOGGETTIVO !
C'è chi "parte" con il MegaDrive, chi con la Playstation, e chi invece con i coin-op "a rulli"...
Forse c'entra anche il fatto di aver vissuto quella determinata epoca, ma ciò non significa assolutamente "fermarsi" e non "guardare più in là del proprio naso" !
Certamente, il VERO videogiocatore, così come viene descritto da Sun, deve essere in grado di giocare con qualsiasi cosa gli si metta di fronte, senza dover avanzare congettura alcuna sull'apparecchio che in quel momento gli sta dando l'opportunità di divertirsi !
Perchè in fondo è di questo che si tratta:
DIVERTIMENTO !
E con questo ne convengo, come tutti credo si debba fare, che un videogame è ... un videogame ! "Retro" o "nextgen" che sia !
Ma concedetemi questo:
Tu, ventenne o quarantenne che sia, sei al volante di una Fiat 500 del '57 ?
Stai guidando un'auto d'epoca !
Tu, quarantenne, hai un joydisc dell'Intellivision in mano e un Burgertime nella TV ?
Stai giocando ad un TUO RetroGame !
Tu, ventenne, hai un joypad della Playstation in mano e un Tomb Raider nella TV ?
Stai giocando anche tu ad un TUO RetroGame !
Entrambi voi, ventenne o quarantenne, guidate un'Audi A1 e quando siete a casa comodamente seduti sula vostra chaise-longue avete un pad wireless della 360 in mano e Forza Motorsport3 sull' LCD da 32" ?
...
Sorry, no auto d'epoca e NO RETROGAME !
[ domanda a mè stesso:
Se gioco a FM3 e guido una Renault5 MaxiTurbo ?
SI auto d'epoca e No retrogame ?
E' un po' di tempo che sono iscritto su RH, e sin da quando l'ho fatto ho sempre cercato di occuparmi, e sempre cercherò di farlo, di ciò per cui mi sentivo (ed ancora sò di essere) preparato !
Perchè questo è il mio RetroGaming !
Coin-operated e consoles a cartucce di prima, seconda e terza generazione, apparecchi da gioco in TV in bianco e nero, home consumer computers... tutte cose che hanno avuto la loro era a cavallo degli anni 80...
Il resto lo conosco, ma qualcosa mi ha impedito di "viverlo" così come ho invece vissuto tutto ciò che ho poc'anzi descritto !
Scrivo recensioni di vecchi coin-op e/o di giochini su cartuccia per sistemi vetusti ed obsoleti... perchè li conosco !
Possiedo una XBox360 e gioco a ForzaMotorsport3 con vero ardore e vera dedizione !
Ma è solo perchè sono appassionato di auto... altrimenti sarei restato con le mie retroconsoles "favorite" a giocare ad altro, divertendomi in egual misura se non anche maggiore !
Scrivere una recensione di ForzaMotorsport3 (che ora conosco benissimo) non sarebbe "roba" per il Retrogaming History che vedo io !
Eliminare i concetti di "retro" e "nextgen" ?
A parer mio, assolutamente NO !
Io, quando mi trovo a rigiocare i miei vecchi titoli preferiti o anche a provare per la prima volta un classico che all'epoca non conoscevo, cerco sempre di fare questa operazione mentale di "contestualizzazione". Oltre al fatto che, obiettivamente parlando e al di là del fattore-nostalgia, alcuni vecchi giochi non hanno perso affatto la loro freschezza e godibilità o riescono comunque a sorprendere e stupire ancora oggi sotto diversi aspetti. Ma se questo approccio viene facile e anzi spontaneo a chi ha vissuto quell'epoca, credo sia molto più difficile per un ragazzino di oggi. Chi è cresciuto con Halo e Call of duty non so fino a che punto riesce poi ad apprezzare James Pond o Golden Axe, e questo un pò mi dispiace.
Ovviamente sbaglia anche chi è ancorato ai "totem del passato" e, proprio come quegli anziani che parlano sempre dei "bei tempi andati", si perdono le cose belle del presente. E' vero che il mercato videoludico odierno soffre di un certo appiattimento di generi (con i costi di sviluppo lievitati oltremodo, spesso si preferisce fare l'ennesimo sequel o il solito fps piuttosto che fare un gioco innovativo) ma è pur vero che, in ogni caso, il mercato si è talmente ampiato che comunque è in grado di soddisfare tutti i palati (anche più di 20 anni fa) perciò chi rinunciasse al presente per rimanere ancorato al passato si perderebbe una discreta quantità di capolavori.
Il videogioco non deve avere barriere o limiti di tempo e piattaforma.
E' importante conoscere tutto ciò che è stato prodotto nel passato per capire da cosa derivi il presente. Facendo un parallelo col mondo dell'arte, non avremmo le opere di Andy Warhol o Keith Haring se non ci fossero stati prima Caravaggio e Monet ed ancora prima Pisanello e Piero della Francesca. Le opere d'arte medievali andrebbero rifiutate e considerate obsolete perchè hanno una grafica più approssimativa ed hanno perso la plasticità espressiva dell'arte classica? Prassitele e Lisippo sono forse superiori a Joan Mirò perchè usano uno stile diverso di scultura? Questi discorsi non hanno completamente senso per chi ama l'arte.
Ogni artista è semplicemente diverso ed unico.
Allo stesso modo il videogioco ha dalla sua una storia che, per quanto breve come medium ancora giovanissimo, ha già definito stili e periodi che, in futuro, saranno di certo studiati e catalogati dagli archeologi del videogaming (quelli che io chiamo Archeoludici).
Il NES nel suo catalogo ha grandi opere degne di nota e titoli minori allo stesso modo dell' Xbox 360. L'enorme mole di fruitori del videoludo richiede generi ed opere diversissime, nel tempo alcuni generi si sono perduti ed altri ne sono nati, mentre quelli commercialmente più validi vengono sempre spinti a discapito di opere più autoriali ma magari di difficile comprensione per il grande pubblico.
Il videogaming stesso è pieno di citazionismo all'interno delle sue produzioni, basti pensare al Mario ad 8 bit che compare all'improvviso in Super Mario RPG (indimenticabile opera di Squaresoft del 1996 che fonde egregiamente due generi distanti tra loro) o al livello di Mickey Mania che cita l'antico e nobile Nebulus di John Phillips.
Anche noi abbiamo i nostri Michelangelo e Donatello, che possono essere Peter Molyneux o Shigeru Miyamoto, o gli artisti maledetti come Jeff Minter, novello Cecco Angiolieri del settore.
Il VERO Videogamer, come ben evidenziato nell'editoriale, gioca tutto per conoscere tutto, senza barriere temporali o di sistema ludico, perchè il videogiocare non può avere alcun confine.
Il Retrogaming d'altronde può anche essere visto da un'ottica diversa, ovvero completamente estraniato dal fattore nostalgia perchè, per esempio, si è troppo giovani per aver vissuto certi periodi. Credo che anche un quindicenne possa tranquillamente essere considerato un Vero giocatore se ha l'interesse di sperimentare: ricordo ad esempio di essermi avvicinato proprio a quell'età per la prima volta ai retrogiochi (tramite emulatori ovviamente, per mancanza di conoscenze e risorse). Nel 2005 avevo 15 anni e giocavo sia con l'emulatore Neo-Geo che con il pc super pompato per far girare Doom3! E mi piacevano entrambi.
Io ho un punto di vista un pò diverso (considerando che manco mi reputo un videogiocatore e auto-reputarmi "casuale" sarebbe come definire "hardcore" tanti altri, ma ho seguito il fenomeno videogames con totale attenzione fino al primo 2003, per poi divenire un'attenzione decisamente più casuale) dato che come ha scritto qualcun altro reputo alcuni titoli del passato decisamente migliori di quelli attuali, in base ad ovvie motivazioni personali che non starò ad elencare ora anche perchè rischio di scrivere 10 pagine di noia.
Fondamentalmente, sono d'accordo che è consigliabile approcciarsi al retrogaming non solo e soltanto per nostalgia (che ci sta anche, per carità, ma non deve essere l'unico motivo) ma anche per conoscenza, per cultura videoludica, esattamente allo stesso modo in cui si va alla ricerca delle origini di un particolare genere musicale (sempre sia lodato Robert Johnson!), analizzando la musica oggi, ai nostri giorni.
Ebbene, questo sete di conoscenza spesso riserva piacevolissime sorprese ma anche qualche piccola delusione.
Mi tocca fare una premessa: quando ho cominciato a retrogiocare, il vero ed unico motivo era proprio quello di "rivivere" alcune sensazioni della mia infanzia, per nostalgia dunque. Superato questo step, ho cominciato ad interessarmi a retrogiochi mai toccati, per curiosità, perchè m'incuriosivano, dunque non più per nostalgia ma perchè avevo una reale voglia di provarlo.
A volte mi è capitato di aver apprezzato i vari aspetti del gioco, mi sono reso conto che, se la potenza bruta ha sempre i giorni contati, lo stile non decade mai. Ecco che un Mario Bros 3 mi è sembrato stupendo, nonostante il passare degli anni.
Altre volte invece non mi è piaciuto l'aspetto grafico, o il gameplay macchinoso o altri aspetti ancora.
Ma qual è stata la mia principale considerazione e, se vogliamo, conclusione nel confrontare i videogiochi vecchi con quelli nuovi?
Beh, non si tratta di pregiudizio ma, in linea di massima, ho notato che nei giochi odierni spesso la sostanza viene a mancare. Alcuni giochi che si giocano quasi da soli, non sempre ma si tratta di una specie di tendenza, parlo soprattutto dei giochi scatolati per console HD.
Però è anche vero che, grazie alla distribuzione digitale, spesso è possibile giocare a dei titoli che non hanno nulla da invidiare ai retrogame (soprattutto fino ai 16bit) in quanto a concept di gioco.
Quindi quali sono i giochi che abbiamo sognato di avere tra le mani da piccoli? Personalmente, non ho mai sognato di avere tra le mani un Enslaved, un Batman Arkham Asylum, un Assassin's Creed, proprio no.
Sognavo invece di giocare "con la grafica a cartone animato", ad esempio giochi di combattimento magari all'arma bianca con una veste grafica da sogno, giochi però in cui sono io a dover giocare.
Non ho mai sognato neanche di avere tra le mani novecentomila giochi di guerra in prima persona, sempre più tendenti al fotorealismo e quindi quasi indistinguibili l'uno dall'altro. Sognavo di avere giochi con ambientazioni fantasy, in cui potevo magari fare a pezzi i nemici con asce e spade, le mie armi preferite, per fortuna ci sono anche questi.
Insomma, tutto questo per dire cosa? Che attualmente soltanto una minima percentuale dei giochi soddisfa i miei personalissimi gusti, quando invece vado a "pescare" nell'archivio anni '80 primi '90 trovo una marea di giochi che m'interessano, mai giocati e che m'ispirano molto.
Ancora una volta, il tutto è estremamente soggettivo. La nostalgia gioca sicuramente il suo ruolo, è impossibile da evitare, però se dovessi scegliere un "range" di anni al quale fare riferimento per la scelta dei giochi allora beh, di sicuro non sarebbero gli ultimi 10 anni XD
C'è anche da dire che cambiano le esigenze. Man mano che passa il tempo, tra vari impegni, diventa sempre più difficile riuscire a ritagliare degli spazi da dedicare ai videogiochi, se poi mi tocca "sbattere la testa" tra installazioni, aggiornamenti vari, freeze di sistema, bug dovuti alla fretta di rispettare le date (corretti poi con varie patch) ecc ecc, allora viene a mancare anche la voglia.
Ecco che in mio soccorso arriva il retrogaming: accendi la console, premi start e sei già nel bel mezzo dell'azione.
E adesso vado a controllare se il venditore ebay mi ha mandato il codice del pacco celere con i 4 giochi ordinati per il mio Nes
Mi avete fatto venire in mente un particolare: un paio di settimane fa sono stato a Parma, ed ho visitato la Galleria Nazionale. Ebbene, il percorso scelto era puramente di tipo cronologico, dalle opere più datate fino a quelle, relativamente recenti, del Parmigianino.
Si poteva vedere la differenza di tecniche utilizzate, l'uso di ombre e colori per dare un effetto di profondità, dapprima completamente assenti e poi sempre meglio sviluppate.
Eppure nessuno, dagli organizzatori ai semplici visitatori come il sottoscritto, penso si sia sognato di pensare che le opere viste all'inizio fossero di minor valore rispetto a quelle, ovviamente ben più complesse e visivamente "accattivanti" messe a fine percorso della mostra.
Lo stesso discorso, penso, può essere portato nell'ambito dei videogiochi, dato che penso, pur con tutti i distinguo possibili e tutte le proporzioni del caso, che anche la nostra passione possa essere considerata alla stregua di un'arte. Giovane, inesperta, acerba, ma sempre arte.
Ebbene, alla luce di quanto detto poco sopra, perchè un Pitfall, un Pac-Man, un Pit Stop 2 dovrebbero essere considerati di "minor valore" rispetto ad un Fallout 3 o ad un Mass Effect 2?
Ha ragione a dire che bisogna contestualizzare il gioco nel momento in cui è uscito, cercare di capira cosa rappresentava per la tecnologia presente allora.
Chi potrebbe dire che un mosaico bizantino è peggiore di un'opera di Caravaggio? Un bambino, una persona inesperta o ingenua. Non una persona adulta o conoscitrice dell'argomento.
Ma, ripeto, c'è da scriverci un libro.
Ma chi potrebbe farlo?
Un momento...NOI!! (ok, sto sbroccando...)
Forse un tempo, questa arte, non era frenetica come adesso, se calcolate che esce il gioco e vari Spin off nello stesso tempo, fai fatica ad assaporare tutto, specie se si fanno su diverse console.
A volte, guardo il caro vecchio "monolite bianco" (lo chiamo io così il caro vecchio Nes 8 - Bit) e sorrido, perchè ogni volta che lo osservo mi riporta alla mente ricordi profondi, giornate tra amici, partite infinite a Megaman e Double Dragon 3.