Gianluca Mazzotta
Il minore innanzitutto
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- Pubblicato: 19-02-2008, 16:55
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Il minore innanzitutto
Che l’Italia fosse un paese che ormai naviga nelle acque della mediocrità e della arretratezza già lo si sapeva. E le ultime vicende politiche lo stanno a dimostrare ampliamente. Ovviamente non mancano le occasioni per vederlo confermato. E quello che sta accadendo sull’argomento videogame in questi ultimi tempi ne è la prova lampante. Infatti recentemente nel mondo videoludico si è diffuso un certo, a mio avviso ingiustificato, malumore circa la notizia di un progetto di creazione, pensato dal Ministro per i beni e le Attività Culturali Rutelli e da altri suoi esimi colleghi, di un organismo preposto al controllo dei contenuti dei videogames. Premetto che questo non sarà il solito articolo a favore dell’industria videoludica che ci si potrebbe aspettare da un sito come questo. Infatti chi vi scrive considera del tutto inopportuno tale allarmismo. Occorre premettere che ogni videogame quando viene messo sul mercato viene sottoposto ad un’attenta valutazione circa il suo contenuto e la sua idoneità ad essere visto. Tale giudizio viene espresso dalla ISFE (Interactive Software Federation of Europe), ente supervisionato dal NICAM (Netherlands Institute for the Classification of Audiovisual Media), ossia l’Istituto olandese per la classificazione dei mezzi di informazione audiovisivi. Da tale valutazione scaturisce un giudizio, il PEGI Pan European Game Information, sintetizzato in quei simboli che noi tutti vediamo sulle confezioni dei vg e che ci anticipano la natura delle scene che andremo a vedere (horror, violenza, ecc.) e l’età che sarebbe opportuno avesse il giocatore utilizzatore del videogame. L’attività dell’organo concepito da Rutelli & Co. andrebbe solo a verificare l’adeguatezza di tale giudizio e, solo in caso di errata classificazione del gioco in relazione al suo contenuto, rinviare all’organismo olandese la modifica di tale giudizio. Dunque non è assolutamente opportuna la critica mossa da alcuni siti che vedono questo controllo come l’esercizio di una forma di censura, essendo esso solo un riscontro di corrispondenza. Da sempre tutte le forme di autoregolamentazione sono il modo migliore per responsabilizzare i soggetti interessati ma solitamente esse, soprattutto nel nostro paese, non sono sufficienti per raggiungere il fine sperato ed ecco giustificata l’esigenza di norme la cui violazione determini delle sanzioni. Ecco perché il suddetto disegno di legge prevede anche l’estensione del controllo ai videogames on line e l’obbligo da parte dei produttori di evidenziare adeguatamente il PEGI con relativo divieto ai negozianti di vendere a minorenni giochi consigliati ad un pubblico adulto. Sarò anche una voce fuori dal coro ma a me questo sembra solo buon senso soprattutto se si pensa alla fascia di età in cui rientra la gran parte dei fruitori di videogame e alla loro conseguente fragilità psicologica ed emotiva. L’Italia, neanche a dirlo, è arrivata ultima rispetto al resto d’ Europa nell’ideare tale provvedimento. Auguriamoci piuttosto che i recenti eventi politici che hanno contraddistinto il Belpaese, non facciano arenare uno dei pochi, a mio avviso, provvedimenti utili che i nostri rappresentanti hanno fin qui concepito. Pur essendo un grande appassionato di divertimento elettronico non posso certo evitare di analizzare lucidamente la realtà ed ammettere che sono in commercio giochi che, seppur divertentissimi, per il loro contenuto non sono fruibili da un pubblico molto giovane. Scene Horror, mostri, creature deformate, sesso e violenza purtroppo sono presenti in molti dei videogames sul mercato. E tale aspetto dà ragione a chi non vede i videogiochi come strumenti anche educativi e di sviluppo neurologico. Io invece sono convinto del contrario e per questa ragione sposo questa iniziativa. E’ opportuno sperare invece che il tutto non si trasformi in una serie di farraginose procedure tali da allungare di molto i tempi di distribuzione dei prodotti. Infatti sarebbe auspicabile sperare che l’iter previsto venga messo in moto solo per quei giochi considerati pericolosi per la salute mentale ed emotiva dei piccoli e che i 30 giorni, entro i quali valutare il videogame, vengano rispettati. Il problema della pirateria esiste già ora ed esisterà anche dopo ma tutti i problemi connessi e derivanti da tale provvedimento passano a mio avviso in secondo piano rispetto a quello che è oggettivamente l’interesse primario cioè quello del minore.
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