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Wii - la ricercatezza nella commercialità

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  • Wii - la ricercatezza nella commercialità

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ID: 245623Solo qualche tempo fa non avrei mai potuto pensarlo, ma sto cominciando ad intravedere buoni motivi d'acquisto ulteriori alla innovatività del sistema di controllo proposto dalla ultima creatura Nintendo. La Wii nasce da un vero colpo di genio, da un intelletto aguzzato dalla necessità di proporre qualcosa di competitivo spendendo il giusto, cercando di evitare mortali scontri frontali con Sony o Microsoft, conquistando il mercato attaccandolo alle spalle con una mossa a sorpresa. Non potendosi certo permettere di vendere le proprie console sottocosto alla stregua delle rivali, la Nintendo ha puntato tutto sul controller Wiimote, spettacolare quanto volete, ma che è servito sia come testa d'ariete per abbattere la concorrenza e sia come maschera per camuffare i limiti tecnici della macchina. Diciamocelo francamente, la Wii è graficamente indietro, meglio della Playstation 2, ma ben distante da Playstation 3 e dall'Xbox 360. Per farsi preferire agli avversari la Nintendo ha anche abbassato i prezzi delle sue royalties, favorendo economicamente gli sviluppatori e andando, tra l'altro, contro quella politica protezionista che la caratterizzò dal primo giorno di vita del NES. Tutta questa serie di provvedimenti ha creato alcuni problemi alla Wii: è stata tacciata di “superficialità”, di essere idonea ad un uso tanto intuitivo quanto ignorante; è stata accusata di avere il software dalla qualità media peggiore fra le nuove generazioni di console; è stata definita come una console per “casual gamers”. Per quanto riguarda i primi due punti, ahimè, ci sono dei tratti di verità: la Wii ha avvicinato ai videogiochi gente di qualsiasi rango, compresi coloro i quali non sarebbero capaci di andare oltre i movimenti basilari richiesti dai giochi più semplici, con grande dispiacere di chi, come molti retrogamers, avrebbe preferito un prodotto più elitario. Anche la qualità dei giochi è facilmente criticabile, con vette qualitative assolute rappresentate dai nuovi Metroid, Mario, Super Smash Bros ma anche con molti più numerosi baratri videoludici senza fondo, “grazie” a numerose piccole software house che hanno individuato nelle basse royalties, nella tolleranza qualitativa della Nintendo e nella impressionante base di console installate un'ottima occasione per battere cassa con poco impegno. Qui tutti i pregi della Wii si ritorcono contro gli utenti, quello zoccolo duro di fedelissimi Nintendo che hanno seguito il proprio mito anche negli anni di supremazia Playstation, anche quando tutto sembrava andare storto, confortati dall'inconfondibile profumo dei giochi della casa di Kyoto, seppur pochi nei periodi bui. Comprare una console Nintendo oggi sembra piuttosto una moda, in tanti lo fanno per il semplice gusto di averla, illudendosi di poter dimagrire col Wii Fit o di diventare più intelligenti con un Brain Training, mentre tanti altri sentono il loro campo invaso e la mamma di tante emozioni più distaccata dai propri affezionati pargoletti. Però... però forse non è cosi, forse ci lasciamo ingannare anche noi dalla moda e trascuriamo ciò che si cela dietro la massa. Analizzando più attentamente il mondo Wii si possono trovare aspetti semplicemente unici: mi riferisco, per esempio, alla possibilità di giocare in via perfettamente legale ai vecchi giochi, tanto ai classici quanto a quelli più di nicchia, comprese splendide localizzazioni per il mercato europeo come nel caso dello strepitoso Sin & Punishment; possiamo avere un comodo accesso anche alla generosa libreria del Gamecube, essa sì di qualità sopraffina. Ciò che, tuttavia, mi fa auspicare un futuro più roseo per gli hardcore gamers è dettato proprio dall'immenso successo riscosso dalla Wii che con la sua diffusione apre le strade verso la programmazione di giochi mirati ad un pubblico di nicchia senza quei rischi congeniti alla pratica, dove produttori rinfrancati dai bassi costi di progettazione e coders che non hanno bisogno di star dietro a una macchina complessissima possono tirar fuori lavori interessantissimi. Qualche buon esempio lo abbiamo già potuto apprezzare: il nuovo episodio di Nights si è rivelato un gradito, anche se non perfetto, ritorno di una serie molto amata oppure No More Heroes, un gioco molto ricercato, attualmente pubblicabile con successo soltanto su una console poliedrica come la Wii. Ci sono anche altri esempi come Zack & Wiki o delle belle conversioni di avventure grafiche per PC, ma quello che mi ha colpito di più è stato il vociferare su un possibile ritorno di Shenmue, indimenticato capolavoro della vecchia rivale Sega. E' così che da fenomeno di massa il Wii si tramuta in sopraffina ricercatezza, nella Playstation 2 della nuova generazione e nella resurrezione del Dreamcast, nel portale per il Mario del 2008 o per quello del 1985. E' casual gaming questo? Poco tempo fa avrei risposto di si, oggi comincio a chiedermi se non sia proprio questa la console destinata a raccogliere, dalle ceneri della tenace Playstation 2, l'ampolla con la pura essenza del videogiocare...

    Gianluca "Musehead" Santilio
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