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Papers, Please

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    Papers, Please

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    Glory to Arstotzka!


    Papers, Please è un indie che negli ultimi giorni si è rivelato essere per me una vera e proria droga: pochi titoli hanno scatenato in me questa vera e propria voglia di dedizione totale - in pratica, dopo essere uscito di lavoro e sbrigato le faccende in case, ogni pomeriggio non vedevo l'ora di sedere al mio nuovo posto di lavoro, ed in questo caso si parla di Ufficiale dell'Immigrazione.

    In pratica, vestiremo i panni dell'addetto al controllo immigrazione di un paese comunista (di fantasia) chiamato Arstotzka - il nostro desk sarà al confine, e la situazione politica e sociale del nostro e dei paesi circostanti è delicata. Sarà nostro compito vagliare una dopo l'altra le richieste di entrata nel nostro territorio, basandoci sui documenti e sul comportamento dei potenziali immigranti. Per aiutarci in questo, il nostro ufficio avrà a disposizione degli strumenti che ci permetteranno di fare delle verifiche nel caso in cui qualcosa non sia corretto, come ad esempio una differenza di peso nel richiedente, delle date riportate erroneamente, dei timbri falsificati, impronte non uguali, etc.

    In mezzo alla comune massa, infatti, ci saranno poveri malcapitati in cerca di asilo politico, contrabbandieri, criminali in fuga, terroristi... oltre ad un gruppo politico estremista con il piano di capolvogere il regime politico dell'intero paese.

    Proprio per questo non mancheranno le scelte etiche in mano al videogiocatore [oltre ai possibili 20 finali]: chiuderemo un occhio e faremo entrare in Arstotzka delle persone in fuga dalla guerra anche se non in presenza di tutte le carte in regola? Permetteremo ai nostri superiori di minacciare noi e la nostra famiglia per il nostro comportamento troppo benevolo? Saremo degli incorruttibili e malpagati lavoratori dal cuore di acciaio? O permetteremo al gruppo estremista di fare i loro attentati per resettare lo scenario politico? E le tangenti... intascarle [rischiando] oppure no?

    Alla fine di ogni giornata lavorativa ci sarà dato un salario, con la quale dovremo dare sostentamento alla nostra famiglia: pagare l'affitto, il riscaldamento, il cibo o eventuali upgrades del nostro ufficio e dei suoi strumenti per analizzare le richieste.

    Grafica old-style VGA come adoro io, audio direttamente dai primi anni '90. L'ho terminato in quasi tutti i modi possibili, alcuni di questi richiedono il rigiocare segmenti più o meno lunghi di partita (che comunque singolarmente non arriva alle 6-7 ore, stando attento a tutto) ed è in ogni caso possibile ripartire da un determinato giorno lavorativo e prendere scelte diverse per proseguire. Ultima chicca, sbloccando un determinato finale si può giocare anche la modalità endless, che ci permetterà di cimentarci in diverse sfide a tempo o endurance.

    € 10 più che meritati per un titolo indie che sa divertire, essere altamente rigiocabile e longevo, e che allo stesso tempo fa riflettere su determinate situazione etiche e morali in determinati teatri socio-politici.
    Ultima modifica di Liqu1d82; 31-08-2013, 16:07.

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    "Senza cambiamenti, qualcosa si addormenta dentro di noi e raramente si sveglia. Il dormiente deve svegliarsi..."

    #2
    Bello! Avevo letto una recensione di questo gioco, fra l'altro, sul sito del Fatto quotidiano (che mi pare non si occupi di regola di videogiochi, e già questo la dice lunga). Purtroppo neppure questo ho giocato (poco tempo libero in questo periodo) ma l'avevo adocchiato e messo nella wishlist di Steam, questo si.

    Mi viene da fare una considerazione vedendo questa ondata di indie così originali, coraggiosi e innovativi: il digitale, per quanto bistrattato da alcuni (in particolare dai collezionisti) è la vera ancora di salvezza di questo mercato, la valvola di sfogo della libertà creativa dei game designer più talentuosi (e soprattutto quelli giovani e 'senza le spalle coperte') che altrimenti verrebbe soffocata. Fino a pochi anni fa (diciamo fino ai tempi della PS2-inizio PS3, quando il fenomeno indie non era ancora esploso) si iniziava a sentire un certo malcontento ('che palle i giochi di oggi: tutti uguali!') e in effetti erano poche le idee veramente originali che riuscivano a sopravvivere al cappio dei publisher, perchè se non recuperi i soldi di royalties, packaging, marketing e compagnia fallisci, e quindi se ti discosti un pò troppo dal seminato (come potrebbe fare un Papers, please) è difficile che un publisher ti sovvenzioni. Morale della favola: ben venga il digitale, ben venga Steam (anche se sarebbe preferibile comprare direttamente dal sito dello sviluppatore, quando si può) e ben vengano gli indie!
    "E adesso aspetterò domani
    per avere nostalgia
    signora libertà signorina fantasia
    così preziosa come il vino così gratis come la tristezza
    con la tua nuvola di dubbi e di bellezza"

    (da "Se ti tagliassero a pezzetti" di F. De Andrè)

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