Defender of The Crown - Windows Digital Remastered EditionLa Cinemaware, spesso e volentieri, viene citata dai giocatori di vecchia data quando ripensano con piacere a quel periodo aureo della storia videoludica in cui il videogioco non era stato ancora completamente assoggettato ai capricci del progresso tecnologico e alle mere logiche di mercato. Nell'immaginario collettivo, la sopraccitata software house è divenuta col tempo ben più di una banale azienda che iniziò a produrre i propri videogame a partire dalla seconda metà degli anni '80. I giochi che di volta in volta pubblicava, infatti, non si limitavano ad essere dei meri passatempi caricati giusto per ingannare un po' il tempo, ma al contrario assomigliavano più a delle piccole produzioni a carattere prettamente cinematografico, da cui il suo stesso altisonante nome, in grado di offrire delle vere e proprie esperienze videoludiche. Titoli come It came from the Desert, The King Of Chicago, Lords Of The Rising Sun, Wings e Rocket Ranger, sembravano voler dettare man mano che uscivano i nuovi termini di paragone per i videogiochi dell'epoca, forti anche delle accattivanti capacità audio/visive delle prime piattaforme a sedici bit, che proprio in quel periodo iniziavano a diffondersi capillarmente nelle nostre case.

Il gioco che, però, ebbe il merito di dar inizio a tutto, l'indiscusso capostipite, per intenderci, fu appunto Defender of the Crown: un titolo che nella sua incarnazione per i sistemi Amiga divenne una vera e propria pietra miliare e contribuì non poco allo stesso successo della piattaforma. Purtroppo, dopo alcuni anni passati al vertice, la Cinemaware chiuse i battenti e se ne persero le tracce fino ai primissimi anni del nuovo millennio, quando decise di ripresentarsi sui personal computer proprio con il rifacimento del videogioco che più di ogni altro la consacrò alla storia.

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Defender of the Crown è un videogame strategico ambientato nella Gran Bretagna medievale della seconda metà del dodicesimo secolo. L'antefatto alla base del gioco vede la prematura scomparsa del Sovrano e la conseguente disgregazione del Regno in una moltitudine di piccole province ribelli intente a prevalere l'una sull'altra. Al governo di uno di questi piccoli reami, dobbiamo muovere guerra contro ciascun feudo ribelle fino a riunificare nuovamente il Paese sotto la medesima bandiera ed ambire così alla sua corona.

All'inizio della partita scegliamo il nostro alter ego da una rosa di quattro possibili candidati, siano essi sassoni o normanni: Wilfred of Ivanhoe, Cedric of Rotherwood, Geoffrey Longsword ed infine Wolfric The Wild. Ognuno di questi potenziali comandanti è contraddistinto da alcuni parametri che ne specificano le abilità in particolari situazioni: l'attitudine al comando, la bravura nel disarcionare gli avversari e l'agilità nei duelli all'arma bianca. Subito dopo aver deciso il leader del nostro regno, ci ritroveremo dinanzi al fantomatico Robin Hood. Costui, diversamente da quanto avveniva nelle precedenti edizioni realizzate per l'Amiga e il Commodore 64, non si limiterà solamente ad esortarci alla collaborazione per ristabilire l'unità, l'ordine e la pace nel Paese, ma al contrario ci offrirà un obiettivo secondario da portare a termine durante lo svolgimento della campagna principale. Il completamento di questa missione secondaria ci garantirà alcune agevolazioni che potranno essere sfruttate per il perseguimento della nostra causa.

Una tipica partita a Defender of the Crown si articola in una lunga serie di turni che ci vede controbattere ogni singola mossa posta in essere dai nostri avversari. Costoro, vista la stessa natura rissosa che li caratterizza, non mancheranno anche di darsi addosso l'un con l'altro, spesso assecondando indirettamente i nostri interessi egemonici. Durante ciascun turno possiamo compiere al massimo un paio d'azioni, prima che la mano passi automaticamente a ciascun rivale. Un turno termina quando conquistiamo un nuovo territorio o decidiamo di acquistare delle truppe, fermo restando la possibilità di rimanere in attesa e di accumulare quindi del denaro, forzando semplicemente il passaggio al turno successivo.

Le nostre finanze vengono rimpinguate a cadenza mensile, in base ai singoli introiti provenienti da ogni contea posta sotto il nostro controllo. Con l'oro delle nostre casse acquistiamo i soldati, i cavalieri e le catapulte necessarie a sostenere le nostre decisioni tattiche. Le milizie devono essere lasciate a difesa di ciascun territorio o riunite in un più vasto esercito col quale conquistare i reami limitrofi. A mano a mano che annetteremo delle nuove province al nostro feudo, saremo anche costretti a consolidarne i confini edificandovi delle torri difensive.

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La gestione dei conflitti, diversamente da quanto avveniva nell'edizione per il C64, non mostra alcun campo di battaglia e men che meno una qualsiasi animazione per le truppe, limitandosi a visualizzare una semplice finestrella che fornisce un resoconto numerico di come sta evolvendo lo scontro. Durante la battaglia, in qualsiasi momento, abbiamo la facoltà di decidere quale strategia offensiva adottare: possiamo ricorrere a due modalità d'attacco frontale, optare per un aggiramento, oppure ricorrere ad un bombardamento a distanza tramite le nostre catapulte. Col passare del tempo assisteremo alla progressiva diminuzione delle milizie di entrambe le parti in lotta e il conflitto terminerà quando una fazione sarà completamente annientata dall’altra. Qualora la situazione divenisse insostenibile per manifesta supremazia numerica dell'avversario, si potrà salvare il salvabile battendo rocambolescamente in ritirata.

Un regno nemico può essere conquistato solamente ponendone sotto assedio il castello. L'assedio consiste nell'indebolire le difese della roccaforte rivale con la nostra catapulta: i macigni devono essere impiegati per aprire un varco fra le mura per poi lanciarvi all'interno delle carcasse infette o dei calderoni stracolmi di una miscela incendiaria. Per quanto riguarda il controllo della catapulta, potremo decidere solamente il tipo di proiettile da lanciare e l'angolazione del tiro. L’attacco, ad ogni modo, servirà a ridurre le forze a protezione della fortezza, più colpi andranno a segno, più blanda sarà la resistenza offerta al nostro esercito. Al termine dell'assedio, il combattimento continuerà come una normale battaglia e si concluderà con la caduta del castello o con la nostra disfatta/ritirata. Una volta conquistata la roccaforte nemica, ne acquisiremo sia le ricchezze che i territori.

Le province possono essere acquisite anche vincendo un torneo cavalleresco, organizzandolo o partecipandovi dopo aver accettato un invito. All'inizio di ciascuna sessione ci viene chiesto di selezionare una landa che vorremmo annettere al nostro regno, dopodiché il corrispondente sovrano farà altrettanto con uno dei nostri possedimenti. Nel corso di ogni singola Giostra dobbiamo disarcionare l’avversario colpendone lo scudo con la nostra lancia. Nel caso non volessimo mettere in palio un territorio, potremo sempre competere per la vana gloria contro i migliori cavalieri d'Inghilterra.

Un modo per fare velocemente cassa e fiaccare il nemico consiste, inoltre, nel razziare il tesoro custodito nel suo castello. Durante un'incursione controlliamo uno spadaccino che deve farsi strada duellando contro tutti i nemici che gli si parano davanti. Nel corso di ciascun combattimento possiamo spostarci solo orizzontalmente e scoccare un semplice colpo con la spada, fermo restando la possibilità di eseguire anche una blanda parata.

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Di tanto in tanto, ce la dovremo vedere anche con alcuni eventi casuali che metteranno a dura prova la nostra pazienza: non sarà raro, infatti, perdere un territorio a causa di una rivolta o subire una rapina. Talvolta ci verrà persino chiesto di trarre in salvo un'avvenente donzella, facendo irruzione nel feudo in cui è tenuta prigioniera. In cambio otterremo la sua mano e l'eventuale unificazione col suo regno.

Il gioco nel suo complesso è abbastanza impegnativo e, in ogni modo, l'aggressività dei nemici e la loro abilità generale può essere impostata su tre distinti livelli di difficoltà. Le componenti audio/visive di questa nuova edizione sono state completamente tirate a lucido per l'occasione. Il comparto grafico è stato rielaborato giusto il tanto che basta per adattarlo alle più performanti capacità grafiche dei nostri moderni personal computer. La grafica, nonostante ora faccia uso dell'alta risoluzione e risulti essere più nitida, dettagliata e sfumata, ha mantenuto comunque lo stile originale. Tutti i particolari che caratterizzavano l'edizione Amiga sono stati migliorati coerentemente con quanto aveva da offrire quest'ultima, senza tradirne, cioè, in alcun modo lo spirito originario. Le (poche) animazioni a contorno delle varie sezioni del gioco sono curate o comunque all'altezza del resto della produzione. La colonna sonora è stata riorchestrata ed i motivetti che accompagnano le diverse situazioni della partita, pur suonando decisamente meglio, mantengono lo stesso feeling di tanti anni fa.


Video Gameplay


COMMENTO FINALE


"Tirando le somme, questa nuova incarnazione del leggendario Defender of the Crown non offre nulla di più di quanto già non facesse la prima versione pubblicata sui sistemi Amiga, miglioramenti estetici e missioni secondarie a parte. Se, per un verso, appare improponibile un qualsiasi raffronto con gli strategici più recenti a causa delle meccaniche di gioco oggettivamente troppo obsolete, è pur sempre vero che, d'altro canto, non mancherà comunque di accattivare tutti coloro che ebbero modo di apprezzarne la prima edizione. Se l'intento della Cinemaware era volto a far velocemente cassa, speculando sul proprio glorioso passato videoludico, ebbene questo subdolo tentativo è miseramente fallito per via delle scarse vendite e del controverso responso della critica. Se al contrario, come è più probabile che sia, il suo obiettivo consisteva semplicemente nel realizzare una versione tributo, una sorta di edizione limitata, se vogliamo, rivolta ai suoi vecchi estimatori, allora ha sicuramente colto nel segno. A prescindere da qualunque fosse la sua reale intenzione e da come siano andate effettivamente le cose, questa “Digitally Remastered Collector’s Edition” resta comunque una buona occasione per far conoscere questo splendido classico a tutti coloro che l’hanno perso per meri motivi anagrafici."